Il problema è complesso: chi decide, e come, se un test è adeguato a certificare un’alta professionalità insegnante? E che peso dare ai vari argomenti trattati?
La legge di riforma “No child left behind”, introdotta da Bush all’inizio del suo mandato presidenziale, ormai agli sgoccioli, prevede che gli insegnanti possiedano notevoli requisiti di professionalità. Per accertare i quali vengono utilizzati test standard e relative griglie di valutazione, formulati e scelti da “test makers”, esperti non sempre in possesso di professionalità adeguata.
Il business dei test è redditizio e molte aziende si sono gettate nel settore, dove la competizione si fa sempre più spietata. A scegliere le batterie di test da adottare è l’Educational Testing Service (Ets).
Secondo Robert A. Schaeffer, direttore del National Center for Fair and Open testing, ci sono più controlli pubblici nell’industria del cibo per animali che sugli esperti che formulano i test.
L’ Ets ha provveduto a rimborsare ai 40 mila candidati che hanno sostenuto, da gennaio 2003 ad aprile 2004, il test P.L.T. 7-12 (Principles Learning and Teaching; 7-12 è il riferimento agli anni scolastici, dall’equivalente il secondo anno di scuola media, al quarto anno di scuola superiore), costo 115 dollari, circa 100 euro per candidato, in totale mezzo milione di dollari.
La considerazione che a noi europei (italiani, in particolare) appare sconcertante, almeno nell’attribuzione della pretesa obiettività di questi test, è che la griglia di valutazione, che aveva causato le migliaia di bocciature è stata rivista al rialzo. Oltre quattromila candidati, bocciati in precedenza, dopo quest’operazione di “lifting”, sono stati dichiarati promossi. Il colmo è che neanche il portavoce dell’Ets è in grado di precisare quanti punti, e perché, siano stati aggiunti alla precedente valutazione.
Alla faccia dell’oggettività!
La decisione di promuovere più candidati sembra essere più di natura “politica” che tecnica: troppi i bocciati e pochi gli insegnanti forniti di abilitazione.
Ma, naturalmente, la nostra è solo un’opinione.
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