La notizia non riguarda direttamente il mondo della scuola, ma forse deve ugualmente far riflettere chi nella scuola lavora.
In un piccolo paese della provincia di Cuneo il signor Battista, pensionato, invita un po’ di amici a vendemmiare nel suo vigneto (la produzione di uva serve per lo più per la sua famiglia).
La giornata trascorre allegramente fino a quando nel vigneto arrivano carabinieri e funzionari dell’ispettorato del lavoro. Tralasciamo i particolari e veniamo al dunque: il signor Battista viene multato (19.500 euro in tutto) con l’accusa di aver utilizzato manodopera irregolare.
Fin qui la cronaca (verrebbe già da commentare: “Ma siamo su scherzi a parte?”).
Le domande però riguardano indirettamente anche il nostro sistema educativo.
Ma siamo davvero così sicuri che insegnare i valori della solidarietà e dell’amicizia sia legittimo e legale?
E andiamo avanti: se a scuola volete allestire un piccolo orto o giardino didattico, dovete procurarvi l’autorizzazione dell’Asl o di qualche altro Ente?
Siamo poi sicuri che far zappare ai bambini non sia sfruttamento di lavoro minorile (che – non dimentichiamolo – è anche un reato particolarmente grave)?
La storiella ha una sua morale: forse a scuola bisogna insegnare che la cosa migliore è farsi gli affari propri e che le vecchiette possono benissimo attraversare la strada da sole. Non sia mai che a un solerte tutore dell’ordine venga l’idea di multare l’ “aiutante” per una qualche forma di abuso (in effetti aiutando la vecchietta si svolge un compito che dovrebbe essere di un vigile urbano e quindi ci si appropria indebitamente di una funzione pubblica).