Secondo i dati diffusi dall’Ufficio Statistica della Regione Veneto su istruzione, formazione e occupazione, condensati nell’ultimo numero del periodico “Statistiche Flash”, in Veneto si registra il minor tasso di disoccupazione a livello nazionale (6,4%), il più basso indice di abbandono scolastico (10,5%) e la percentuale dei Neet (14,8%), cioè dei giovani che non studiano e non lavorano, in Veneto risulta in calo da cinque anni ed è la terza più bassa tra tutte le regioni italiane, preceduta solo da Trentino Alto Adige e dal Friuli Venezia Giulia”.
E l’assessora all’istruzione del Veneto, Donazzan, ha sottolineato: “Il dato sui Neet, che evidenzia come il Veneto sia la miglior regione d’Italia tra quelle a statuto ordinario, è il risultato di una precisa politica rivolta a contrastare gli abbandoni scolastici e a incoraggiare i giovani disoccupati, ma privi di esperienza, ad avvicinarsi in modo proattivo al mondo del lavoro Ricordo che Garanzia Giovani in Veneto, dal 2014 ad oggi, ha consentito di offrire una opportunità di orientamento, formazione e ingresso nel mondo del lavoro a 140 mila veneti under 29 inoccupati o disoccupati o in dispersione scolastica”.
Il report Statistiche Flash mette in relazione titoli di studio e possibilità di inserimento lavorativo. Anche in Veneto un laureato ha molte più possibilità di trovare lavoro rispetto ad un coetaneo con la licenza media: 83 laureati su 100 risultano occupati, mentre tra chi è in possesso solo di licenza elementare la percentuale precipita al 33 per cento. Ma non tutti i titoli di studio hanno lo stesso valore ai fini occupazionali: ci sono lauree che nel mondo del lavoro sono meno spendibili di un buon diploma tecnico. In media in Veneto su 100 diplomati in un istituto tecnico, 84 si inseriscono subito nel mondo del lavoro
Anche il governatore Zaia dice la sua: “Il sistema scolastico veneto si posiziona ai primissimi posti nell’ultimo rapporto nazionale sulla dispersione scolastica, meglio della provincia autonoma di Bolzano e della Lombardia. In Italia due studenti su 10 non arrivano al diploma perché lasciano i banchi prima del tempo. In Veneto la percentuale è dimezzata, 1 su dieci. Meglio di noi solo la provincia di Trento, con il 9,6 dei giovani che abbandonano la scuola o perdono più di un anno”.
“Lo scorso anno, lo ricordo, 40 studenti di terza media su 100 hanno scelto di iscriversi ad un istituto tecnico, in media circa il 10 per cento in più rispetto alla percentuale nazionale – aggiunta Zaia – Ciò non significa che in Veneto non ci siano ottimi licei, con brillanti risultati, ma che abbiamo un sistema educativo regionale maturo e consapevole che riesce ad offrire ai nostri ragazzi un ventaglio di valide opportunità formative, dagli istituti professionali di Stato ai centri di formazione professionali, ai percorsi formativi in partnership con le associazioni di categoria. Tutti percorsi costruiti ‘su misura’ per far incontrare abilità e aspettative dei giovani con le richieste di competenze delle aziende di oggi e di domani”.
“Credo che anche su questo l’esperienza del Veneto, che ogni anno da decenni investe decine di milioni di euro del proprio bilancio per i centri di formazione professionale, per favorire l’alternanza scuola-lavoro e per una rete capillare di iniziative territoriali di orientamento e accompagnamento al lavoro – conclude Zaia – possa fare scuola in Italia. In Paese che vuole crescere e guardare al futuro non può permettersi di perdere per strada la propria gioventù”.
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