Non si può pensare l’uomo senza un riferimento al luogo dove egli opera e vive; non si può pensare l’Etna (che è pure la Montagna, il Vulcano, il Mongibello) senza gli uomini che sul suo ventre e del suo ventre vivono. E costoro ne hanno fatto un Mito, così pervasivo e permeante, universale e soggettivo da individuarlo, e dunque pensarlo, come “Genius loci”, forza creatrice, “vis generandi”, essere superiore ed animato che, già in sé, esiste come entità spirituale e reale, divinità arcaica, madre (e padre) di popolazioni attaccate ai suoi seni traboccanti latte e miele, ma anche fuochi e tremori, singulti, e amato, il Vulcano, come amante appassionato.
Il Vulcano che pensa. Viaggio sull’Etna
Da queste premesse esce, con dedica al critico cinematografico Sebastiano Gesù, per l’Editrice Historica, Il vulcano che pensa. Viaggio sull’Etna alla ricerca del genius loci”. Opera collettanea (fa parte della Collana diretta da Fulvia Toscano, Topografia dell’anima),è curata da Andrea Giuseppe Cerra e Fulvia Toscano, i quali, rispettivamente, introducono e presentano il libro, dentro cui si trovano gli scritti di Rosario Castelli, Giuseppe Condorelli, Marinella Fiume, Giuseppe Manitta, Dora Marchese e Paolo Sessa. Un viaggio dunque attraverso i sentieri silvestri e le lave millenarie, i boschi e i terrazzamenti, le vigne e i frutteti che si intersecano sui mille butteri e i crateri di questo Continente, e dunque dentro le leggende, le storie, i racconti, i personaggi e gli studi che hanno interessato, e continuano a interessare l’Etna i cui bagliori e il cui pennacchio, quando si sveglia dal torpore, da ogni angolo della Sicilia sono visibili, e quindi interiorizzati e riscattabili nella immaginazione di ciascuno.
Lo spirito del luogo che si fa pensiero e idea
Le donne, i cavalier, gli amori, i miti, i letterati ed i poeti sono dunque cantati in questo libro, coloro che della Montagna ne hanno subito il fascino suggestivo e poi riconsegnato, mediato dalla loro sensibilità, a chi di questo fascino ama essere investito e coinvolto, stregato in una parola, considerato che anche di streghe, ma pure di santi e di preghiere, è fatto e raccontato il libro. E così lo spirito del luogo si fa pensiero e idea, meta e camminamento attraverso gli occhi di scrittori antichi, come Antonio Filoteo Omodei, e più moderni come Sciascia, Brancati, Patti, Calì, Scandurra (l’infaticabile editore e poeta etneo), ma pure sulle lenti foniche del cinema e del teatro, tra Pasolini, Martoglio, Pirandello, comprese le cronache e le fiabe, che riportano, con il similare struggimento, alla genesi; all’origine degli uomini che abitarono, fin dall’alba dell’avventura umana, questi luoghi.