Entro i termini accennati nel sommario, il Presidente del Consiglio dei Ministri – per le amministrazioni centrali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Corte dei Conti del Consiglio di Stato e del CNEL – ed i vari Ministri, ciascuno per il dicastero di propria competenza, dovranno confermare i 531 dirigenti di prima fascia ed i 5.861 di seconda fascia, o attribuire agli stessi un nuovo incarico.
Sono 37 di prima fascia e 815 quelli di seconda fascia i dirigenti al momento incaricati nel Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Negli stessi periodi tutti i dirigenti saranno considerati decaduti e, soprattutto quelli di prima fascia, potranno esercitare soltanto l’attività di ordinaria amministrazione.
In caso di mancata conferma, o di non attribuzione di un nuovo incarico, i dirigenti hanno diritto ad un incarico di studio funzionale ed equivalente con il mantenimento del trattamento economico precedente della durata massima di un anno.
Funziona, tuttavia, il principio del silenzio-assenso.
Nelle nomine che verranno sicuramente è previsto un tetto del 10 per cento dei dirigenti di prima fascia e dell’8 per cento della seconda fascia per nomine da affidare a manager esterni di comprovata qualificazione professionale.
Si annunciano tempi duri per gli attuali dirigenti dello Stato, soprattutto per quelli di prima fascia, tutti nominati dalla precedente maggioranza del centro sinistra e, perciò, virtualmente considerati sgraditi all’attuale Governo.
Non è escluso un valzer dei dirigenti dall’8 agosto al 7 ottobre accompagnato da polemiche e da ricorsi.
La nuova norma, infatti, non piace ai sindacati i quali paventano che l’amministrazione sarà paralizzata nei prossimi mesi. La Cgil, in particolare, parla di licenziamento di massa e minaccia vigile attenzione sulle nomine che saranno fatte.