“I docenti italiani lavorano quanto i loro colleghi europei e in alcuni casi anche di più, basta considerare che le ore di insegnamento sono di 60 minuti e non di 45 o 50 come in altri Paesi Ue. Non è possibile annunciare una riforma di questa portata partendo da dati falsi e se il Miur intende ‘spremere’ ulteriormente gli insegnanti, sulle cui spalle gravano incombenze burocratiche che nulla hanno a che vedere con la professione docente, noi ci opporremo fermamente invitando tutta la categoria a scendere in piazza”. Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, boccia senza appello il piano per la scuola redatto dal cantiere di viale Trastevere, che prevede un nuovo contratto di lavoro con 36 ore settimanali.
“Secondo il rapporto Eurydice 2012, nella scuola primaria italiana le ore annue di insegnamento sono 770, mentre alle medie e alle superiori ammontano a 630, dati che ci collocano in linea con gli altri Paesi Ocse e al di sopra della media Ue per quanto riguarda primaria e superiore. Inoltre non va dimenticato che il lavoro degli insegnanti – sottolinea Di Meglio – non è impiegatizio: non c’è alcun cartellino da timbrare e, a parte le attività in aula con gli studenti, c’è tutto il lavoro di preparazione delle lezioni, dei compiti da assegnare in classe e la loro correzione che gli insegnanti non svolgono durante l’orario di lavoro a scuola ma a casa”. Al sottosegretario Roberto Reggi, il quale dice che la scuola italiana non sarà più un ammortizzatore sociale, Di Meglio replica duramente: “Colpa del Governo, che ha ridotto in miseria i docenti e incancrenito il precariato”.
“L’impiegatizzazione sempre più spinta degli insegnanti e l’aumento sconsiderato dei poteri affidati ai dirigenti scolastici, che in molti casi hanno rivelato numerose pecche, – attacca il coordinatore nazionale della Gilda – dimostrano che la scuola viene considerata dalla politica più come una caserma, e per certi versi anche come un’azienda, che come un’istituzione educativa. E’ scandaloso che il cantiere per la scuola messo in piedi dal Miur non abbia coinvolto le organizzazioni sindacali e – conclude Di Meglio – lo diciamo chiaro e tondo: se quello che il ministro Giannini vuole presentarci è un contratto di autorità, scavalcando i sindacati, da settembre sarà guerra aperta”.