A chiedere alla Senatrice Loredana De Petris di Sinistra Italiana un’interrogazione parlamentare per la chiusura del plesso del Liceo Scientifico Fermi di Cosenza è stata la Flc Cgil.
Il problema ha sollevato grosse polemiche su tutto il territorio della regione Calabria, in quanto una delle scuole più importanti della provincia cosentina si è vista chiudere a pochi giorni dall’inizio delle lezioni, per inagibilità già riscontrata nella primavera 2017, un plesso scolastico.
Ecco l’interrogazione presentata il 26 settembre in Senato da DE PETRIS, PETRAGLIA, BAROZZINO, BOCCHINO, CERVELLINI, DE CRISTOFARO, MINEO – Ai Ministri dell’istruzione, dell’università e della ricerca e delle infrastrutture e dei trasporti – Premesso che a quanto risulta agli interroganti: il liceo scientifico “E. Fermi ” di Cosenza rappresenta una delle istituzioni scolastiche storiche della città, con circa 1.100 alunni, ubicato nel centro della città e costruito negli anni ’60;
in oltre un cinquantennio non sono state mai avviate opere di ristrutturazione in termini di adeguamenti alle norme sismiche o di stabilità in generale, ma solo opere di restyling, che non hanno di fatto modificato l’insieme dello stabile;
è di questi giorni un diffuso allarme tra lavoratori, studenti e famiglie, che vivono direttamente l’istituzione scolastica, e nella cittadinanza tutta. Infatti, a seguito di due perizie, gli esperti incaricati dalla Provincia avrebbero dichiarato la non agibilità dei locali dell’istituto e la non tenuta statica conforme alle normative vigenti;
una tegola pesante abbattutasi sulla scuola, che potrebbe persino risultare fatale;
il primo sopralluogo a rilevare forti criticità risale a marzo 2017. Un secondo sopralluogo è stato effettuato nella seconda metà del mese di luglio e avrebbe confermato la precedente perizia;
nessun elemento di pericolo è mai emerso in questi anni, nonostante l’edificio fosse popolato da centinaia di studenti, fosse stato colpito da copiose nevicate e si trovi in un territorio che ha subito diversi eventi sismici, non tragici, ma importanti;
nessuna notizia è trapelata per mesi, preferendo mantenere un profilo sommesso di diffusione del problema, nonostante la continua presenza all’interno dell’edificio di moltissimi alunni ed operatori scolastici. Tutto ciò si è verificato, senza che la comunità scolastica venisse a conoscenza degli esisti delle perizie,
si chiede di sapere: se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto riportato in premessa e se non intendano accertare le ragioni per cui, pur essendo l’edificio così gravemente inagibile, tanto da poter crollare da un momento all’altro, la Provincia non sia intervenuta immediatamente, già dopo il primo sopralluogo di marzo, intimando lo sgombero del plesso, ma abbia atteso l’8 settembre (a soli 4 giorni dall’inizio dell’anno scolastico) per emanare il decreto che inibisce l’utilizzo del plesso;
se non intendano verificare le ragioni per cui, pur essendo stati svolti importanti lavori di ristrutturazione dell’edificio solo pochissimi anni addietro con un ingente spesa, non siano stati, altresì, effettuati i controlli richiesti dalle norme nazionali in termini di tenuta degli edifici scolastici;
se non intendano intervenire, al fine di interrompere provvisoriamente i lavori di abbattimento dell’edificio, essendo la cittadinanza fortemente preoccupata dalla possibilità che tale area sia appetibile alle mire della speculazione edilizia, sacrificando un edificio agli interessi di costruttori locali, nonché al fine di svolgere una propria perizia in grado di stabilire se l’edificio possa essere ripristinato a norma con soli lavori di ristrutturazione.
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