I dati sui giochi infantili sopravvissuti all’iPad e alle tecnologie spaziali li forniscono due studiosi piemontesi, i fratelli Alberto ed Elena Mora, nel «Dizionario dei giochi perduti» (Cairo editore, pp. 190, euro 10).
Il libro racconta i giochi di una volta, ma ritrovati non sulla semplicità dei divertimenti puerili per trascorrere qualche ora di diversa cretività, bensì sui grandi raduni di folla e pure sui richiami commerciali e così gli aeroplanini di carta si esibiscono al PalaIsozaki di Torino, dove si è conclusa una delle tappe di qualificazione del Red Bull Paper Wings e alcune decine di ventenni, dopo aver ascoltato una lezione sull’aerodinamica applicata ai simpatici velivoli cartacei, si sono cimentati in gare di distanza, tempo in volo e acrobazie.
Il record di distanza è dell’americano Stephen Krieger, con 63,19 metri, mentre in California quest’anno un aeroplanino ha percorso più di 69 metri all’interno di un hangar.
E gli aquiloni che si costruivano con pazienza o si acquistavano dopo lunghe ricerche? Se hanno perduto poco del loro fascino poetico cantato da Pascoli, in Cina un’unica persona ha fatto levare in cielo ben 43 aquiloni in contemporanea, mentre il più grande aquilone del mondo, lanciato a Kuwait City, ha una superficie quanto i maggiori saloni del Quirinale e a Cervia il il festival internazionale dell’aquilone ha raggiunto la 32esima edizione. Sempre in Cina, i cieli della provincia di Shandong sono stati coperti da 10.465 aeroplani di carta.
Anche le biglie non gareggiano più sulle strette anse fra i ciottoli delle strade, ma vengono spinte sulle piste di Rimini da giocatori di cinque continenti, mentre in Austria da due anni le sfere rotolano in campionato sulle nevi.
L’arco e le frecce, in imitazione della mitica disfida tra indiani e cow boy, dal 1972 sono entrati nei giochi olimpionici e così pure le freccette attorno a cui in Italia si sono formate vere e proprie federazioni con tornei nazionali, singoli o a squadre.
Il Meccano, quell’hobby che stimolava la manualità dei più piccini, è stato usato dall’artista Enrico Baj per realizzare molte delle sue opere, ma lo statunitense Chris Burden ha eretto al Rockefeller Center un grattacielo di venti metri di altezza con oltre un milione di pezzi. Un monumento al gioco old style e un tributo al fatto che bambini si rimane per sempre.
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