Home Università e Afam Inaugurazione dell’Anno accademico con scontri a Bologna

Inaugurazione dell’Anno accademico con scontri a Bologna

CONDIVIDI

Breaking News

April 11, 2025

  • Concorso docenti, prova suppletiva di cinque minuti: ecco quando si svolgerà, l’avviso 
  • “Scuola sempre più precaria”: Flc Cgil contro le promesse di Valditara 
  • Esiti concorso Dsga: solo 9mila candidati dopo 29mila domande presentate, test difficile. Anquap parla di flop 
  • Prende 8 in condotta, genitori fanno ricorso per il 9: “Colpa di un singolo episodio di copiatura”, ma non è così 

Ieri, 1 marzo, in centro a Bologna, scontri tra polizia e un corteo non autorizzato di manifestanti che si è radunato sotto l’Università, dove era in corso la cerimonia di inaugurazione dell’Anno accademico alla presenza della ministra Annamaria Bernini, tra i bersagli della protesta.

Per impedire l’irruzione dei manifestanti all’interno dell’ateneo, riferisce la Questura, ci sono state alcune cariche della polizia nei confronti di alcuni collettivi universitari fra cui uno mascherato da “Carnevale Precario”.

La ministra Anna Maria Bernini, a commento del corteo organizzato dagli universitari, ha dichiarato: “Non so perché questi professionisti della protesta stiano protestando. Noi abbiamo messo soldi in più per l’università, un fondo record, stiamo investendo nelle borse di studio e diamo loro una marea di studentati”.

Bernini, riferendosi alla manifestazione in maschera ‘Carnevale Precario’ e sfociata negli scontri con la polizia, ha aggiunto: “Ho visto che è Carnevale, si sono mascherati… L’importante è che non facciano male a nessuno. Io rispetto ogni forma di protesta in quanto legittima purché democratica e non violenta”. 

Durante la cerimonia, cinque persone sono state accolte nell’aula magna dove si svolgeva l’evento e una di loro, la portavoce, ha detto: “Siamo i lavoratori e le lavoratrici precari, quella di stamattina (riferendosi agli scontri con la polizia) è la forma di accoglienza che la città e la ministra Bernini ci riservano. Noi siamo quelli e quelle che mandano avanti questo ateneo con un lavoro invisibile, poco pagato e incerto. Senza di noi non ci sarebbero corsi, tesi di laurea, esami. Siamo precari da sfruttare e senza contratti stabili. Da mesi ci stiamo organizzando e mobilitando in tutta Italia, vogliamo che l’università cambi nel profondo e l’unico modo per farlo è lottare insieme”.