Le imprese sono pronte ad aprire le porte agli studenti, ma chiedono al governo un aiuto concreto.
Le aziende premono, poi, per non avere nuovi oneri: in questo senso, la formazione sulla sicurezza dovrebbe essere inserita nei programmi di studio, e insistono anche per riconoscere all’alternanza un “peso” all’interno della seconda prova dell’esame di maturità. Sono alcune delle 10 proposte che Confindustria ha messo nero su bianco nel suo vademecum sull’alternanza scuola-lavoro.
In cima alle richieste delle imprese, scrive Il Sole 24 Ore, c’è il riconoscimento di incentivi e sgravi fiscali alle aziende che ospitano studenti in alternanza scuola-lavoro.
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Confindustria propone anche di dare più significato all’esperienza svolta in azienda, curando la motivazione degli studenti e responsabilizzando il tutor/referente della scuola. Collegata a questa è l’idea di avviare una sperimentazione per individuare quali possano essere – a legislazione vigente – le tipologie di prova più adatte alla valutazione delle esperienze di alternanza scuola-lavoro in sede di esame di Stato. In quest’ottica – chiedono le imprese – si potrebbe, da un lato, articolare la seconda prova dell’esame di maturità sulla base di una tematica generale definita a livello centrale lasciando alle singole scuole la redazione di dettaglio. Dall’altro, consentire ai consigli di classe di attribuire fino a 20 punti in più allo studente che ha svolto un periodo di formazione on the job.
Le aziende chiedono infine, precisa sempre Il Sole, che venga definito uno status dello studente in alternanza scuola-lavoro che lo distingua dal lavoratore. Senza dimenticare le proposte di inserire la formazione sulla sicurezza nei programmi scolastici di tutte le scuole secondarie superiori e quello di inquadrare i progetti di alternanza scuola-lavoro nell’ambito della responsabilità sociale d’impresa, con un occhio di riguardo per le Pmi.