Ieri, 27 aprile, ha avuto luogo un incidente che ha visto vittima una guida turistica impegnata, al Gianicolo, Roma, con una scolaresca. La donna appoggiatasi ad un traliccio che non ha retto, è precipitata tra le sterpaglie facendo un volo di circa sei metri, lasciando sgomenti gli studenti del liceo scientifico Giovanni Keplero che la stavano ascoltando.
La guida, Daniela Donghia, che fa questo mestiere da vent’anni, subito soccorsa e portata in ospedale in codice rosso, il giorno dopo l’accaduto ha rilasciato un’intervista a Il Messaggero raccontando la sua versione dei fatti in modo polemico. “Mi sono appoggiata al traliccio, come ho sempre fatto in quel tratto della passeggiata del Gianicolo. All’improvviso però il legno ha ceduto e sono finita giù. Prima ho fatto un salto di due metri e poi sono scivolata di sotto. Non riuscivo a frenare, non trovavo appoggi. Alla fine mi sono schiantata contro un tronco che ha fermato la discesa. Ho capito subito che la situazione era grave”, ha esordito.
“Non riesco ancora a credere che sia accaduto un incidente tanto grave. Sotto la staccionata c’è un fosso di due metri, tanto è stato il mio salto. Poi sono precipitata per diversi metri. Mi reputo fortunata perché a parte i graffi e i lividi, i medici mi hanno confermato che ho una costola incrinata. Senza contare però, lo choc della classe che stavo seguendo e che mi ha vista precipitare nel vuoto. Una volta fermata dall’albero, ho iniziato a gridare aiuto e hanno capito che ero vigile e lucida”, ha aggiunto, ancora sconvolta.
La donna si è concentrata, più che sui danni fisici che ha riportato, sul problema della manutenzione dei luoghi turistici: “Sono arrivati i pompieri che mi hanno aiutata e soccorsa. Si sono assicurati delle mie condizioni generali e mi hanno tirata fuori dalla vegetazione in quel tratto impervio del colle. Sono sempre rimasta lucida ma ero scioccata e impaurita. Inoltre non riuscivo a rendermi conto di quali fossero le mie condizioni. Avevo dolore ovunque. Dopo una notte in osservazione all’ospedale potrò tornare a casa ma ci vorranno delle settimane prima che possa rimettermi in piedi. Il punto serio da affrontare, quando mi sarò rimessa, è la sicurezza che in un luogo come il Gianicolo che ogni giorno accoglie turisti e scolaresche. E se al posto mio ci fosse stato un ragazzo di quella classe? Ecco perché sono decisa ad andare fino in fondo”.
Ecco cosa ha intenzione di fare: “Procederò contro il Comune di Roma che è responsabile della manutenzione che, come hanno dimostrato i fatti, è stata carente. Ho visto con i miei occhi che il legno della staccionata si sbriciolava, era marcio. Mentre i sanitari del 118 mi assistevano nel piazzale, prima del trasporto al pronto soccorso, hanno iniziato i controlli. Il legno della recinzione in diversi punti non teneva e infatti credo che l’area sia stata messa in sicurezza. Sono controlli che dovevano essere eseguiti prima, tanto che il mio incidente non sarebbe un caso isolato”.
A quanto pare il rischio è alto e il suo non è stato l’unico caso: “Poco prima della nostra visita, c’era un’altra classe. La professoressa si sarebbe appoggiata alla staccionata che ha ceduto ma un suo alunno l’ha afferrata per un braccio evitando il peggio. I monumenti e le aree storiche della Capitale necessitano di attenzione e manutenzione. Ciò che è accaduto a me non deve ripetersi”, ha concluso, decisa a fare guerra.
Quella della poca sicurezza dei luoghi turistici potrebbe essere un’altra ragione che spinge molti docenti a non accettare il ruolo da accompagnatori nei viaggi d’istruzione, oltre alla responsabilità che su di loro ricade in caso di incidenti che coinvolgono gli studenti e alla mancata giusta ricompensa economica.
Sono sempre meno i docenti disposti ad accompagnare le scolaresche in gita, visto anche un aumento dell’irrequietezza e dell’imprevedibilità delle azioni degli studenti. “Già negli ultimi anni c’era stato un eccessivo aumento della turbolenza, incidenti gravi, persino mortali. Trovare insegnanti disposti ad accompagnare gli studenti è più difficile da quando è stata abolita la diaria, l’ennesimo risparmio sulla pelle delle scuole. Adesso gli istituti devono provvedere con fondi propri, e le cifre di compenso e di rimborso non sono più fisse, anzi tendono ad essere sempre più ballerine”, ha detto qualche tempo fa Mario Rusconi, presidente Anp Roma.
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