La notizia che ha scioccato l’intero Paese in questi giorni è senza dubbio l’incidente di Casal Palocchio, alle porte di Roma, che ha causato la morte di un bambino di 5 anni che si trovava a bordo di un’auto con la madre e la sorellina di tre anni. La loro Smart è stata travolta da una Lamborghini, guidata da un gruppo di youtuber, i TheBorderline, alle prese con una challenge da destinare ai loro canali YouTube e TikTok.
Come riporta La Repubblica il leader del gruppo, vent’anni, universitario e adesso indagato per omicidio stradale, è risultato positivo ai cannabinoidi. “Abbiamo sentito che rassicuravano i figli – è incredulo il dirigente dell’asilo nido che frequentava il bambino – e gli ripetevano che era stata solo una bravata, che si sarebbe risolto tutto”. Queste frasi hanno ovviamente fatto storcere il naso a molti.
L’arresto del conducente non è scattato perché la positività ai cannabinoidi non è alta. Gli accertamenti procedono anche per comprendere se quei ragazzi potevano noleggiare quel bolide e da quanto avevano preso la patente. Il codice della strada non prevede che si guidi un’auto di una cilindrata così alta nel primo anno di patente. Ma ci sono da chiarire le date degli esami.
La versione degli youtuber, invece, è che la donna abbia fatto una manovra azzardata e che loro non stavano correndo. A dare una mano alle indagini saranno anche le immagini riprese dalla telecamera interna all’auto installata dai quattro ragazzi, tutti tra 20 e 22 anni, e i video nei loro cellulari già sotto sequestro.
Inutile dire che la tragedia ha fatto davvero scalpore. Ci si chiede che esempi e che tipo di modelli educativi seguono i ragazzi di oggi. C’è chi dà la colpa di quanto accaduto ai genitori, chi alla società dei like facili. Gli stessi TheBorderline erano seguitissimi: sul loro profilo TikTok, anche dopo l’incidente, ci sono utenti che scrivono di aspettare con ansia il loro prossimo video con la Lamborghini.
Ecco alcuni commenti raccolti dal web:
“Oggi tutti YouTuber ed influencer! Il concetto di base è la mancanza di elementi di istruzione e background culturale; essi vivono tutto veloce, subito, per poi non ritrovarsi nulla. È bastato un attimo e la vita cambia in tutti i sensi!”;
“Lo ripeto: è ora di finirla con questi pseudo influencer, sono solo degli involucri vuoti in cerca di soldi facili che nuocciono gravemente alla salute dei ragazzini che li seguono!”;
“Questo succede perché i genitori non insegnano il rispetto ai loro figli e perché non hanno mai dato delle regole”;
Il giornalista Federico Mello ha scritto: “Si fa fatica ad immaginare una notizia più triste è avvilente: i like, in realtà, sono soldi contanti e per questi si è disposti a fare qualsiasi cosa: più idiozia uguale più like uguale più soldi. Poi però quei like si scontrano con la realtà e a farne le spese è un bimbo di cinque anni, una famiglia che stava facendo la sua vita di ogni giorno. Di virale rimane solo il dolore”;
“Scuola e famiglia (come sempre) totalmente inadeguate”.
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