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Incidente teleferica, la donna morta sul colpo dopo essere stata trascinata era una docente: il cordoglio

Una tragedia immane: una donna di 41 anni è morta dopo essere rimasta agganciata ad una teleferica in Piemonte, nel corso di una vacanza in montagna. Come riporta Il Corriere della Sera, si tratta di un’insegnante precaria di scuola media. Ecco la ricostruzione dei carabinieri.

La ricostruzione

Intorno alle 11, l’insegnante, originaria di un paese trentino, stava aiutando il marito a caricare gli zaini sul montacarichi quando il carrello ha iniziato improvvisamente a muoversi. Questione di attimi, una manciata di secondi e la donna è rimasta agganciata alla teleferica ed è stata trascinata nel vuoto fino a metà della prima campata. 

Poi è caduta nel canalone, da un’altezza di circa 100 metri, mentre il marito e i due bambini chiedevano disperatamente aiuto. Adesso è indagato per omicidio il manovratore 71enne dell’impianto che trasporta bagagli. Purtroppo la docente è morta sul colpo.

L’impegno sociale della docente

I due figli, sotto choc, sono stati temporaneamente collocati in un centro estivo della zona, dove animatori e psicologhe hanno cercato di tranquillizzarli. L’insegnante, originaria di Piacenza, nel paese in cui si era trasferita aveva preso in gestione un orto.

Si tratta di un orto sociale, un terreno affidato a a cooperative e associazioni per progetti di inclusione di persone svantaggiate attraverso la coltivazione di verdura senza scopo di lucro. Un’attività questa che permetteva alla donna di coniugare alcune delle sue grandi passioni: l’amore per la natura, l’attivismo e l’impegno politico. La docente era infatti nota nel capoluogo per via delle numerose attività che portava avanti in ambito politico-culturale.

Come riporta Il T Quotidiano, insieme al compagno di vita, il marito, anche lui docente, erano soliti portare il loro approccio naturale nelle classi delle scuole secondarie di primo grado con laboratori didattici che mettevano i piccoli in contatto diretto con la natura, con la terra, con le colture. 

“Era attaccata fortemente alla natura – ricorda un suo amico di Trento -. Per lei l’attaccamento alla terra era importante. Ricordo la sua generosità e la sua infinita disponibilità ad aiutare gli altri a dare una mano nelle piccole e grandi cose. Sono sconvolto. So che in molti si stanno muovendo per stare vicino ai suoi familiari. Una tragedia, una vera tragedia”.

Redazione

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