Gli incidenti stradali sono la principale causa di morte degli adolescenti nel mondo, con due terzi dei quasi due miliardi di giovani del pianeta che sono a rischio per cause prevenibili, dall’Hiv alla depressione. lo afferma un rapporto sull’adolescenza di quattro grandi università pubblicato dalla rivista Lancet.
La mortalità nella fascia di età tra i 10 e i 24 anni, scrivono gli autori del progetto, coordinato dall’Ihme dell’università di Seattle, è quella calata meno tra il 1990 e il 2013, anni presi in esame. Gli incidenti stradali causano il 10% delle morti tra 10 e 14 anni e circa il 20% di quelle nelle fasce superiori, mentre al secondo posto c’è l’Hiv per i più piccoli, le violenze interpersonali tra 15 e 19 anni e i suicidi tra 20 e 24. Tra i fattori di rischio più comuni il rapporto segnala invece l’alcol tra 15 e 24 anni, mentre per i più piccoli è la carenza di ferro. Il sesso non sicuro è invece il fattore che risulta più in ascesa dal confronto fra i dati del 1990 e quelli attuali, mentre per i più grandi la depressione è fra i rischi maggiori, e colpisce già il 10% dei soggetti tra 19 e 24 anni.
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“I nostri dati mostrano chiaramente che serve uno sforzo maggiore per migliorare la salute dei giovani – afferma Ali Mokdad, l’autore principale -. L’inazione avrà serie conseguenze sulla salute di questa generazione e della prossima”. Tra gli interventi possibili, sottolineano gli autori, l’educazione rappresenta il miglior investimento. “Ogni anno di scuola dopo i 12 anni è associato a minori parti tra le adolescenti – spiega George Patton dell’università di Melbourne – e a meno morti tra gli adolescenti”. (Ansa)