C’è molta attesa per la riunione dell’Osservatorio sull’inclusione prevista per il prossimo 14 settembre.
Secondo le informazioni in nostro possesso, in occasione dell’incontro il Ministero dovrebbe comunicare il testo del nuovo decreto, correttivo del DM 182 del 2020, e i nuovi modelli per la redazione del PEI.
La vicenda è complessa e risale ormai al 2017, anno in cui venne emanato il decreto legislativo 66 applicativo della legge 107/2015; decreto poi modificato dal decreto 96 del 2019.
Tale provvedimento di legge ridefiniva le modalità della certificazione e di diversi altri aspetti procedurali, compresa la definizione delle ore di sostegno e demandava tutto ad un successivo decreto ministeriale.
Nel 2020 quest’ultimo atto veniva adottato (si trattava appunto del DM 182) ma immediatamente impugnato da diverse associazioni di famiglie di alunni con disabilità.
La vicenda finiva nelle mani dei giudici del Consiglio di Stato che nell’aprile scorso emettevano una sentenza con la quale, in sostanza, si dava ragione sia al Ministero sia ai ricorrenti.
Le associazioni, infatti, avevano impugnato il decreto soprattutto su due questioni: le modalità di assegnazione delle di sostegno (si temeva che le nuove regole avrebbero determinato un forte ridimensionamento dei posti) oltre che la possibilità per la scuola di prevedere orari ridotti ovvero esoneri dall’insegnamento di alcune discipline per alunni con particolari forme di disabilità.
Nella propria sentenza il Consiglio aveva però stabilito che il DM 182 non fosse direttamente impugnabile in quanto manca in esso “una lesione concreta ed attuale della situazione soggettiva dell’interessato che determini, a sua volta, la sussistenza di un interesse attuale all’impugnazione”.
Il decreto 182 – aggiungeva ancora il CdS – “non è idoneo a ledere interessi concreti se non attraverso la mediazione di un provvedimento applicativo, che renda attuale l’eventuale pregiudizio, radicando l’interesse alla reazione in sede giurisdizionale”.
Fra le righe della sentenza si sottolineava un aspetto molto importante: il provvedimento in questione è, di per sé, legittimo ma non si può escludere che la sua concreta applicazione possa ledere interessi o diritti legittimi.
In pratica se una famiglia dovesse fare ricorso per una riduzione di ore o per un esonero da alcune attività, come previsto dal decreto 182, potrebbe ottenere ragione dal TAR.
Già a fine aprile avevamo quindi scritto che la sentenza del CdS avrebbe potuto aprire la strada ad un contenzioso senza fine. La strada che il Ministero ha davanti è proprio quella di modificare, almeno in parte, il decreto 182 e i relativi modelli di PEI. Vedremo se effettivamente sarà questa la decisione di Viale Trastevere: mercoledì 14 ne sapremo qualcosa di più.
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