Alunni disabili
Quello dell’inclusione scolastica sembra essere uno dei temi sui quali il Governo intende puntare: all’argomento, infatti, il DEF dedica ampio spazio.
“Con particolare riguardo agli strumenti per una educazione inclusiva e di qualità per tutti – si legge nel documento – sono allo studio diverse misure per garantire le prestazioni e i servizi necessari per raggiungere la piena inclusione scolastica e assicurare il diritto allo studio agli studenti diversamente abili o con bisogni educativi speciali”.
Nel concreto, il Governo pensa a “migliorare la formazione iniziale dei docenti di sostegno, definendo degli indicatori per misurare la qualità dei processi di inclusione in ogni scuola”.
L’obiettivo è anche quello di “ottimizzare le risorse e ridurre le disparità regionali, nell’ottica dell’armonizzazione del servizio su tutto il territorio nazionale“.
Il significato è chiaro: non si potrà continuare con una distribuzione dei docenti di sostegno del tutto disomogenea sul territorio nazionale: attualmente, infatti, in alcune regioni e province il rapporto docenti di sostegno/alunni è pari a 1:2, se non addirittura 1:2,5.
In altri territori si scende a 1:1,5 e persino a 1:1,2.
Il dato è ancora più paradossale se si considera che il rapporto è tanto più basso quando più è diffuso un orario scolastico più esteso.
In altre parole: ci sono province in cui 100 insegnanti di sostegno garantiscono l’inclusione di 200 alunni che frequentano 40 ore settimanali, mentre in altre province con 100 docenti si realizza l’inclusione di 120 alunni che frequentano per 27-30 ore settimanali.
Per ora si tratta solo della enunciazione di un principio, di un criterio generale; vedremo nelle prossime settimane in che modo l’obiettivo sarà concretamente declinato nella legge di bilancio.
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