Nella querelle pro o contro Galli della Loggia e le sue esternazioni sull’inclusione io sto dalla parte dell’esimio storico. I motivi?
Eccoli. Prendiamo esempio dal mondo dello sport, in particolare di quello più amato in Italia: il calcio. Per praticare l’inclusione si dovrebbero abolire le varie serie A, B, C…
Tutti dovrebbero giocare indistintamente insieme, mescolando i grandi campioni con chi campione non è e magari non lo sarà mai perché non ha la stoffa.
Questo vale per qualsiasi sport di squadra. Eppure non ho mai sentito nessuno invocare un simile amalgama.
L’uguaglianza? Come diceva saggiamente il compianto Roberto Gervaso: “l’uguaglianza nella vita non esiste”. Al massimo esiste l’egualitarismo, che è una falsa eguaglianza.
E i tentativi di uguagliare, appiattire ed uniformare nella scuola continuano poi spesso nel mondo del lavoro, con il risultato – catastrofico per il nostro Paese – che i cervelli fini fuggono in Paesi dove ancora si ha il coraggio di distinguere e selezionare chi riesce e chi non riesce.
Cervelli che, molto probabilmente, avranno frequentato le scuole superiori presso istituti privati elitari ed esclusivi finché si vuole ma fornitori di una preparazione “comme il faut”.
E le menti fini le cui famiglie non possono permettersi un’istruzione coi fiocchi? Che peccato! Tutti cervelli persi per colpa di una falsa idea di democrazia.
Ah, bel risultato!
Da ultimo un cattivo pensiero: ho idea che chi di dovere tutto questo lo sa benissimo, solo che non agisce di conseguenza per opportunità politica…
Daniele Orla
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