Salve.
Leggo spesso quanto pubblicate, ma l’articolo del lettore No dad no scuola – del prof Biagio Buonomo…non l’ho proprio gradito! Va bene la libertà di parola ma su siti come il vostro vorrei trovare solidarietà e non questo.
Sono una mamma di due ragazzini, uno all’ultimo anno di primaria, in presenza; l’altro al primo anno di “superiori” a distanza o meglio agli “arresti domiciliari” (come li chiamo io) e che ancora sconta la precedente chiusura del lock down totale, arrivata alla fine della terza media, al primo vero esame.
Leggere questo articolo fa male, specialmente se poi a scriverlo è uno dei principali attori della scuola, un docente!
Se il tono era ironico…beh…non gli è venuto proprio bene perché io ho colto solo parole crude contro l’importanza di una scuola aperta.
Sostituiamola subito con internet ed enciclopedie digitali allora.
Licenziamo gli insegnanti, i ragazzi se la possono cavare da soli.
Si stanno sottovalutando gli effetti collaterali di questa chiusura ormai troppo lunga, si stanno sottovalutando gli studenti più “deboli”, i cosiddetti BES/DSA e DVA. Noi genitori usciamo per andare a lavorare lasciando tutti i giorni recluso in casa un figlio di 14 anni che si sta abituando a una realtà virtuale tra PC, cellulari e giochi online.
Che per via della sua disattenzione certificata fatica più di quanto dovrebbe a stare al passo con la DAD o DDI, che non conosce ancora tutti gli insegnanti di persona (quelli che ci sono, perché non tutte le materie sono coperte) e che loro non conoscono lui perché si disinteressano di obbligarlo a tenere la web cam accesa, nonostante sia più a rischio di altri di dispersione scolastica.
Sono una mamma stanca, stufa di sentire discorsi assurdi.
Non esiste l’inclusione scolastica già in tempi normali, in tempi covid è diventata esclusione/reclusione!
Cordiali saluti
Marianna Colella
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