L’assistenza scolastica per gli studenti con autismo rischia di essere gravemente compromessa a causa della mancanza di educatori formati in strategie basate sull’ABA (Applied Behavior Analysis), nonostante queste siano previste dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA): lo sostiene l’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori di Persone con Autismo) in una lettera inviata alla Presidenza del Consiglio e a tutti i ministeri competenti.
Secondo i dati ISTAT, nell’anno scolastico 2022-2023 gli studenti con autismo erano circa 107.000, ma si prevede che quest’anno il numero possa essere ancora maggiore. Tuttavia, i decreti di riparto dei 224 milioni di euro del Fondo inclusione delle persone con disabilità, destinati al potenziamento dei servizi di assistenza scolastica, non specificano la necessità di includere educatori specializzati in ABA.
Questa lacuna normativa – sostiene l’ANGSA, potrebbe portare a un’assistenza generica e spesso inefficace per i bambini e adolescenti con autismo, con un conseguente spreco di risorse pubbliche, che complessivamente superano il miliardo di euro, tra contributi di Governo, Regioni e Comuni. L’Associazione chiede anche l’emissione di una nota interpretativa che obblighi gli enti attuatori a inserire nei bandi i requisiti specifici per le disabilità mentali.
La richiesta di ANGSA: un intervento urgente per tutelare i diritti degli studenti con autismo
Nella lettera, l’ANGSA spiega che l’intervento è urgente e indispensabile: “I decreti di ripartizione dei fondi non stabiliscono le modalità di assegnazione degli appalti da parte di Regioni ed Enti locali, il che avrà un impatto negativo sui servizi scolastici destinati agli studenti con autismo. Sebbene i servizi richiedano un ingente impiego di risorse pubbliche, stimato in oltre un miliardo di euro, mancano le garanzie di un’assistenza specializzata che rispetti i diritti inviolabili all’educazione, all’istruzione e alla salute”.
Il Presidente dell’ANGSA Nazionale, Giovanni Marino, nella sua lettera ricorda l’importanza di considerare la sentenza del Consiglio di Stato (sez. III, 6 ottobre 2023, n. 8708), che ha stabilito che il trattamento ABA è una prestazione sociosanitaria ad elevata integrazione sanitaria e deve essere garantito in tutti gli ambienti di vita della persona con autismo, compresa la scuola. Di conseguenza, gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione devono essere formati in strategie basate su ABA per assicurare la continuità del progetto educativo e abilitativo degli studenti.
Un problema di formazione e di spreco delle risorse
Il rischio, denuncia l’ANGSA, è che le risorse pubbliche destinate ai servizi scolastici per gli studenti con autismo vengano sprecate a causa di un’assistenza inadeguata, che non risponde ai bisogni specifici degli allievi. “Non è pensabile – sottolinea Marino – che tutti gli educatori possano essere esperti in tutte le disabilità. Per le disabilità sensoriali, come i sordi, già esistono assistenti specificamente formati; lo stesso deve valere per le disabilità mentali, inclusa l’autismo, che richiede interventi specifici approvati”.
Un appello per garantire il diritto all’educazione e alla salute
ANGSA sollecita una risposta rapida e concreta dalle istituzioni, chiedendo che le risorse destinate all’inclusione scolastica siano utilizzate in modo efficace, garantendo la presenza di educatori adeguatamente formati e in grado di fornire un’assistenza mirata e di qualità. Senza un intervento urgente, migliaia di studenti con autismo rischiano di rimanere senza il supporto necessario e le famiglie si troveranno, ancora una volta, lasciate sole ad affrontare una situazione che richiede competenza e specializzazione.