L’undicesimo convegno “La Qualità dell’inclusione scolastica e sociale” (Rimini, 3-4-5/11/2017) è sempre un evento significativo nel panorama italiano sia per i numeri che mette in campo, più di quattromila partecipanti tra iscritti e relatori, che per le capacità rigeneratrici che innesca negli insegnanti e negli operatori che credono nell’inclusione scolastica.
INCLUSIONE: NON PERCHE’ PRATICARLA, MA COME
Roberta Caldin, ordinario di Pedagogia Speciale a Padova, ha spiegato come si è ormai passati dallo spiegare il perché, dell’inclusione, all’interrogarsi sul come farla al meglio, giacché la prima questione è ampiamente soddisfatta da un imperativo etico che è comunque suffragato da ampia ricerca sul tema ed è ormai inutile spendersi su quanto ben noto. Sempre di qualità le relazioni in plenaria dove l’intervento più applaudito è anche a questo giro quello di Daniela Lucangeli che, come si accuccia per trovare un canale comunicativo coi bambini, così è capace di farlo cogli ascoltatori adulti, portando contributi tecnici che variano nel registro comunicativo da quello professorale a quello di Novella 2000 (come lei stessa ammette) ottenendo l’effetto divulgativo voluto (e dovuto).
Sempre di alto livello gli interventi dei grandi nomi, particolarmente acuto quello di Tom Shakespeare che rivendica il diritto di autodeterminazione e la necessaria dignità del suo vivere.
INTERCULTURALITA’ COME SFONDO INTEGRATORE
Lo sfondo integratore, in un contesto che per vent’anni ha scandagliato il tema dell’integrazione ad ampio spettro, decidendo quest’anno un piccolo ritocco al proprio titolo (La Qualità dell’ “inclusione”, in luogo di “integrazione”), è stato quello dell’interculturalità, che è stato trattato da diversi relatori in plenaria e in workshop dedicati. Benedetta Tobagi ha portato una relazione dal titolo “La scuola inclusiva come antidoto alla società del risentimento” che potremmo pensare come un programma politico attualizzato, pensando al cinquantenario della morte di Don Milani.
Franco Lorenzoni ha rilanciato l’appello per lo ius soli e ius culturae che ripeterà l’iniziativa dello sciopero della fame per il 20 novembre, giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. La stessa mozione finale si richiama esplicitamente al tema, traendo il titolo da una citazione di Dante Alighieri: “Mia patria il mondo, come i pesci il mare” ).
E QUALCHE NOTA DI COLORE…
Non sono mancati momenti di convivialità negli interstizi dove molti insegnanti si interfacciano con relatori e tra loro, riprendendo vecchie amicizie nel variegato mondo delle carriere e traiettorie scolastiche. Ad esempio Raffaele Iosa, che peraltro ha presentato il volume “Generazione Barbiana” da lui curato in occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Don Milani, ha svelato come è nato l’acronimo POF: una sera, mentre cucinava un puré di una nota marca industriale, mutuò verso POF per il suono dolce delle bolle di quel cibo, scartando PEI perché già in uso consolidato altrove e POS (dove la S stava per “Scolastico”) per l’omonimia con attrezzature di pagamento automatico (Point of Sale).
di Paolo Fasce
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