Quello che doveva essere un incontro formativo al liceo ‘Guglielmo Marconi’ di Pescara si è trasformato in polemica per la presenza di due relatrici dell’Associazione nazionale Arcilesbica.
Nell’ambito del progetto ‘Contro la discriminazione, il bullismo e il cyberbullismo’, era stato organizzato un incontro col titolo: “prevenzione delle discriminazioni attraverso lo sviluppo di un atteggiamento di rispetto per le persone dai differenti orientamenti sia sessuali che affettivi”. Ma la presenza delle due relatrici non è piaciuta e allora da un lato le proteste di un gruppo di genitori che contestano fermamente l’insegnamento della cosiddetta teoria del gender all’interno delle scuole e parlano di “indottrinamento degli alunni” da parte degli insegnanti; dall’altro tutti coloro che rifiutano l’esistenza della teoria gender e sottolineano le finalità educative, anche su temi extracurricolari, delle istituzioni scolastiche.
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“Qualche studente – afferma una esponete di Forza Italia – mi ha detto che l’unica cosa che i genitori avevano firmato era la liberatoria della privacy, comunque tutti i genitori da me contattati, che avevano firmato il consenso, non erano a conoscenza della specificità dei temi trattati e soprattutto non erano al corrente che i relatori fossero dell’Arcilesbica”.
“Ho anche appreso da una delle studentesse che durante un’ora curriculare, una docente di scienze umane per preparare gli studenti all’incontro – aggiunge – ha svolto in classe una lezione essenzialmente sulla ‘Teoria Gender’. Cito testualmente concetti, sull’identità sessuale, quali ‘sono ciò che desidero essere’, ‘identificarsi nel proprio io, desiderare ciò che si vuole e farlo’. Questo è un abuso di potere. Perché trattare questi temi spetta esclusivamente alla famiglia come sancisce l’art 26 dei diritto dell’uomo e l’art 30 della Costituzione”.
“Non posso che esprimere la massima solidarietà e stima al dirigente scolastico e ai docenti del liceo Marconi oggetto di un attacco demenziale e oscurantista per l’aver promosso un ‘Progetto contro la discriminazione, il bullismo e il cyberbullismo’ – dice invece un esponente di Rifondazione Comunista – che si gridi allo scandalo per l’appartenenza a Arcilesbica di due relatrici la dice lunga. Questa polemica è pura omofobia anzi lesbofobia, e dimostra quanto ci sia bisogno che la scuola pubblica svolga un’attività educativa su questi temi, come avviene in tutti i paesi europei avanzati”.