Categorie: Ordinamento

Incontro al Miur sulle classi di concorso

Il 28 gennaio si è tenuto un incontro tra Miur e sindacati durante il quale si è parlato della proposta di decreto sulle nuove classi di concorso che il Ministro intenderebbe firmare in tempi brevi.
Anche se l’Amministrazione ha apportato al testo della bozza correzioni sulla base di alcune richieste avanzate dalle organizzazioni sindacali nella riunione precedente, secondo la Gilda degli insegnanti – Fgu “il testo riformato continua a suscitare perplessità e contrarietà”: innanzitutto perché  “resta inalterata la questione relativa allo strumento del decreto che il Ministro intende utilizzare superando la normale procedura del regolamento che prevede il parere del Cnpi (che non è stato riconfermato a partire dal 1° gennaio 2013) e delle Commissioni parlamentari”.
La Gilda quindi ribadisce che “tale decisione sarebbe del tutto illegittima perché il D.L. 112 del 2008 prevede esplicitamente il ricorso al D.P.R. (regolamento) e non al semplice decreto ministeriale che era in precedenza previsto dall’art. 405 del T.U. 297/1994 (norma precedente e quindi modificata) e si impegna a impugnare una simile forzatura giuridica”.
Il sindacato guidato da Rino di Meglio evidenzia, inoltre che “sono ancora oscuri i necessari riferimenti ai titoli di accesso previsti per i futuri concorsi, fatto stante che sarebbe garantita la permanenza dei vecchi titoli e l’inserimento nelle vecchie classi di concorso per il personale a tempo indeterminato e per coloro che sono inseriti nella attuali graduatorie ad esaurimento” nonché che “sono incongruenti e non accettabili i riferimenti alla formazione degli organici della secondaria di secondo grado che hanno un percorso normativo e regolamentare diverso”.
Sulla base dei “rilievi” mossi da tutte le organizzazioni sindacali presenti all’incontro, l’Amministrazione si è impegnata a predisporre un testo corretto secondo le indicazioni suggerite. Come spiega la Flc Cgil “i principi sui quali dovrebbe basarsi il nuovo decreto sono il mantenimento, ai fini degli organici e delle assunzioni, delle attuali classi di concorso fino all’entrata a regime del nuovo sistema che potrà avvenire solo quando non vi saranno più titolari e inclusi nelle graduatorie ad esaurimento e dei concorsi per le vecchie classi di concorso”.
Le classi di concorso nuove (“sulle quali comunque è necessario un approfondimento nel merito viste le numerose omissioni ed errori”, sottolinea la Flc) dovranno in effetti essere utilizzate solamente per i percorsi ordinari di formazione iniziale (laurea magistrale/diploma di II livello + Tfa) e dei futuri concorsi, “ai quali comunque potranno partecipare – evidenzia la Federazione lavoratori della conoscenza – anche coloro che sono in possesso dell’abilitazione (o del solo titolo di studio nel caso sia stato acquisito entro i limiti temporali fissati dal D.I. n. 460/98) per una delle vecchie classi di concorso inclusa nelle nuove”.
Secondo quanto segnalato dalla stessa Flc Cgil dopo l’incontro al Miur, i Tfa transitori e quelli speciali verranno attivati sulla base delle vecchie classi di concorso cui si potrà accedere con i titoli previsti dai decreti ministeriali n. 39/1998 e n. 22/2005, “acquisiti o in corso di acquisizione entro l’anno accademico nel quale saranno attivati i primi percorsi ordinari di abilitazione per la nuova classe di concorso”.
Il sindacato guidato da Domenico Pantaleo conclude affermando che “sulla base di questo impianto, da verificare nella nuova stesura del testo del decreto, è possibile iniziare la discussione anche nel merito delle tabelle, come attività istruttoria in attesa che il nuovo Governo e il nuovo Ministro assumano le necessarie scelte politiche”. Il lavoro istruttorio dovrebbe prevedere 4 o 5 sedute tematiche “nelle quali si affronti il merito delle tabelle per macroaree disciplinari”.

La Gilda degli insegnanti, a sua volta, “invita l´Amministrazione e in particolare il Ministro ad evitare decisioni frettolose e foriere di tensioni, contestazioni e contenzioso”, visto che in realtà “serve un provvedimento globale che inserisca la riforma delle classi di concorso all’interno di un quadro omogeneo in cui si tratti di organici, reclutamento, titoli di accesso, graduatorie, ecc”.

Andrea Toscano

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