
Il docente e scrittore Enrico Galiano, su Facebook, ha scritto un post in cui ha raccontato un evento che lo ha toccato da vicino nei giorni scorsi. Un suo evento in una scuola, a sua insaputa, è stato riservato solo agli studenti con una media alta. Lui, c’era da aspettarselo, ha reagito malissimo.
A quanto pare sarebbe stata emessa una circolare in cui ciò è stato stabilito. Ecco le sue parole: “Qualche giorno fa mi scrive una mamma di un ragazzino. Lui frequenta una scuola in cui a breve devo andare a fare un incontro. Allegata al messaggio, la circolare che vedete qui. Quella scuola ha avuto la brillante idea – senza dirmi niente, fra l’altro – di offrire questo incontro solo a chi aveva una certa media scolastica (dal 9 in su). La mamma, ovviamente, era affranta: il figlio ci teneva tantissimo, ma la sua media non bastava. Immaginatevi la mia reazione (se un pochino mi conoscete). No, non l’ho presa bene”.
Il botta e risposta con la dirigente scolastica
“Ho chiamato immediatamente la scuola, bypassando casa editrice e libraio. Ho scritto una mail personale alla dirigente. E la cosa che mi ha fatto più male è stata la sua risposta, in cui sostiene che loro promuovono l’inclusione, e che i posti in teatro erano pochi, e siccome questo ‘premio” ai ‘meritevoli’ era arrivato a loro insaputa, tipo ‘Sorpresa! Hai nove e quindi guarda cosa ti regalo!’ non c’è nessun criterio di esclusività. Ho letto il tutto tre volte. Anche se scritto in modo un po’ fumoso e arzigogolato, il senso era quello. E si poteva riassumere così: noi non escludiamo nessuno, tranne quelli che non hanno la media alta”, ha aggiunto, parlando del suo botta e risposta con la dirigente scolastica.
“Ora: io non dirò nomi né niente. Non sono Fabrizio Corona. Ma. A scanso di equivoci. Per il futuro. Io sottoscritto Enrico Galiano non sarò MAI disposto a fare incontri con gli studenti dove alcuni sono ammessi e altri no, in base alla media scolastica, al comportamento, alla razza, alla religione e nemmeno se tifano Inter (ok, qui mi devo un po’ sacrificare). Per la mia esperienza, sono proprio i ragazzi che hanno più difficoltà ad avere più bisogno di queste opportunità. Se li tagliamo fuori, specie quando sono così giovani, non facciamo altro che demotivarli ancora di più e a farli sentire esclusi”, questa la sua forte opinione.
“E, una volta per tutte: basta con questa bufala dei ‘più meritevoli’. Specie se il merito è stabilito attraverso la media scolastica. Penso ai bambini e alle bambine dell’infanzia, o della primaria, che fin da piccoli si sentono parlare di questo ‘merito’: e quindi vengono abituati fin da piccoli al concetto di premi e punizioni, se fai il bravo ti meriti questo e se non fai il bravo ti meriti quest’altro. Penso ai ragazzi e alle ragazze più grandi, che alle medie sono buttati nello tsunami della preadolescenza e hanno bisogno di tutto, di affetto, di ascolto, di calma, di bellezza, ma non certo di una linea che divide meritevoli e non meritevoli. La scuola non è un posto dove si vanno a selezionare i migliori: è quello dove si va a tirare fuori il meglio da ciascuno. E si fa aprendo loro le porte, non chiudendole”, ha concluso duramente.
La richiesta di Galiano
Il post ha ricevuto molte reazioni, tanto da spingere il docente a dare un ulteriore chiarimento: “L’evento era promosso da una scuola in un auditorium, e si erano liberati dei posti (circa una quarantina). Una seconda scuola si è proposta di venire per coprire quei posti, ma ammettendo all’evento appunto solo i ragazzi con la media alta. Quindi l’evento si farà comunque, semplicemente io ho chiesto che questa seconda scuola non faccia venire i suoi studenti selezionati ma, compatibilmente con il calendario, di organizzarci per un evento più avanti dedicato a tutti gli studenti. Purtroppo la logistica non mi permette di visitare la scuola adesso, altrimenti avrei dedicato un incontro anche a loro, o sarei andato classe per classe almeno a portare un saluto (cosa che ho già fatto in passato in altre scuole). Il problema credo sia all’origine: sapendo di non avere posto per tutti, era meglio – secondo me – non presentare proprio questa possibilità e attendere l’occasione di fare l’evento alla presenza di tutti”.