Sono tutti positivi i commenti dei leader sindacali che hanno partecipato questa mattina all’incontro con il Governo sul “Patto per il lavoro” che dovrebbe essere l’avvio di una nuova stagione per la Pubblica Amministrazione.
A far gioire i sindacati è soprattutto la notizia sull’ormai imminente apertura del tavolo contrattuale per tutto il pubblico impiego, con la prospettiva di arrivare a riconoscere un centinaio di euro a testa a tutti i dipendenti dello Stato, compresi quindi quelli della scuola.
Le idee e le intenzioni del presidente Draghi e del ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta sembrano ottime: si è parlato di valorizzazione del lavoro pubblico e di ammodernamento dell’intero settore della “macchina amministrativa” dello Stato.
Brunetta, in particolare, ha sottolineato la necessità di importanti investimenti sulla formazione del personale (ad oggi – ha detto Draghi in apertura – la spesa statale in questo settore è persino inferiore ai 50 euro all’anno per dipendente.
Ma si è parlato anche della necessità di rivedere tutto l’impianto della contrattazione di secondo livello (nella scuola si tratta di fatto dei contratti di istituto); una proposta del Governo è quella di “defiscalizzare” una parte dei compensi in modo da incrementare di fatto i compensi netti che arrivano nelle tasche dei dipendenti.
Per venerdì prossimo è già convocato un primo incontro con i segretari generali delle confederazioni e dei sindacati del Pubblico Impiego.
Brunetta ha annunciato che il Governo è già al lavoro per mettere a punto il necessario atto di indirizzo.
Secondo le notizie che stanno circolando le risorse disponibili per il rinnovo dei contratti pubblici potrebbero garantire un aumento medio di 107 euro mensili.
Si tratta però di capire in che modo le risorse saranno ripartite fra i diversi comparti: se verranno suddivise in modo proporzionale al numero dei dipendenti di ciascun settore, gli stipendi del personale della scuola rimarranno comunque i più bassi di tutto il pubblico impiego.
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