E’ in programma per la mattinata del 22 gennaio (alle ore 8) l’incontro fra i sindacati e la ministra Lucia Azzolina.
I problemi sul tappeto sono davvero tanti e sarà difficile che possano essere affrontati tutti.
Francesco Sinopoli, segretario nazionale della Flc-Cgil, in un suo intervento pubblicato su un quotidiano nazionale, ha già fatto sapere di voler partire dai punti programmatici già resi noti dalla stessa Ministra.
Si dovrebbe quindi parlare dei concorsi e delle 120 mila cattedre (e più) tuttora scoperte, ma anche dei percorsi abilitanti e dell’avvio del tavolo contrattuale.
“Il Ccnl – afferma Sinopoli – va inteso come strumento per restituire dignità ai lavoratori della scuola. A tal fine è indispensabile aggiungere ulteriori risorse a quelle finora disponibili. A nostro giudizio servono ulteriori non 600 milioni di euro per intraprendere la strada delle perequazione retributiva con il resto del pubblico impiego e con i docenti europei”.
E non basta, perché Flc-Cgil chiede che si affrontino anche altri problemi: organico di sostegno, esami di stato alle superiori, linee guida per l’educazione civica, edilizia scolastica e innovazione didattica.
Senza dimenticare la valorizzazione professionale, la semplificazione (sia del lavoro docente che delle segreterie scolastiche).
“Restano ulteriori temi da porre all’attenzione – conclude Sinopoli – tra cui ricordiamo la riduzione degli alunni per classe, l’istruzione per gli adulti, le responsabilità della dirigenza”.
Di altro avviso sembra essere Cisl Scuola che sostiene che l’urgenza di alcune questioni che si stanno trascinando da troppo tempo impone di concentrare su di esse la massima attenzione fin dall’incontro del 22 gennaio con la ministra Azzolina.
Molto realisticamente il sindacato di Maddalena Gissi ricorda che a questo punto è in gioco l’avvio del prossimo anno scolastico e che quindi bisogna fare subito passi concreti in avanti sulle decisioni già prese, a partire dall’attuazione di quanto prevedono i verbali di conciliazione del 19 e 20 dicembre.
E quale sia la prima emergenza da affrontare è assolutamente fuori discussione: ormai siamo a 185.000 supplenti, dei quali quasi metà (90.000) su posti di sostegno.
“Da notare, poi – aggiunge il sindacato – che ben 38.000 supplenze sono su posti vacanti, che potrebbero essere coperti con contratti a tempo indeterminato: un numero destinato quasi a raddoppiare l’anno prossimo, visto che oltre 33.000 docenti libereranno altrettante cattedre andando in pensione”.
Per questo motivo, secondo Maddalena Gissi, “bisogna sbloccare il più rapidamente possibile le procedure di reclutamento, frutto di intese che vanno onorate subito, senza perdere altro tempo”.
“Poi – conclude il sindacato – potremo parlare di tutto il resto, i temi non sono certamente pochi e di poco rilievo, a partire da un rinnovo del contratto che non voglia configurarsi come ordinaria amministrazione”.
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