Nella giornata del 29 novembre si è svolto l’incontro tra le organizzazioni sindacali rappresentative dei dirigenti scolastici e il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Come afferma la Cisl Scuola, le organizzazioni sindacali hanno rappresentato le maggiori criticità della condizione professionale della dirigenza scolastica. Sono state al centro della disamina la necessità di stabilizzare il FUN e di avviare il CCNL, l’urgenza di alleggerire il carico burocratico che pesa sulle scuole, di intervenire in tema di responsabilità per la sicurezza degli edifici scolastici e di governance delle istituzioni.
“Sono state anche sottolineate le ultime vicende del concorso per dirigenti scolastici e la CISL Scuola ha ricordato il tema della mobilità interregionale.
Nell’immediato è apparsa evidente l’urgenza di esaminare quanto previsto dal testo base della legge di bilancio e di sottolineare quanto invece non è presente in quel testo. Non vi è infatti alcun intervento strutturale per il FUN e questo è ritenuto dalla CISL Scuola estremamente grave. Al contrario sono invece annunciati tagli sull’organico dei dirigenti scolastici e dei dsga”.
“Uno degli aspetti più richiamati dalle organizzazioni sindacali è stato infatti quello dei meccanismi di dimensionamento delle istituzioni scolastiche, dei tagli all’organico dei dirigenti scolastici e dei dsga e della singolare finalizzazione dei risparmi che saranno così ottenuti. Il testo base della legge di bilancio non solo prevede un possibile indice di riferimento decisamente alto (950 alunni in media) per la definizione dei posti dell’organico regionale, ma destina i risparmi così ottenuti anche alle supplenze brevi e al fis, che nulla hanno a che vedere con il maggior carico di lavoro che inevitabilmente investirà la dirigenza scolastica e i dsga. Occorre infatti rilevare che se è evidente la tendenza al calo demografico, è altrettanto evidente che negli ultimi anni la riduzione del numero delle autonomie scolastiche è stato accompagnato dalla crescita del numero del personale e dall’aumento dell’indice dei contratti a tempo determinato. Pertanto, la complessità gestionale è andata progressivamente aumentando nonostante la decrescita demografica. Inoltre, le soluzioni individuate non risolvono l’incapienza del FUN. La CISL scuola ha chiesto che sia rivisto l’indice individuato per la determinazione dell’organico regionale dei dirigenti scolastici ed ha proposto che si provveda al finanziamento del FUN ricorrendo ad altre risorse, eventualmente anche guardando al recupero delle economie derivanti dai fondi stanziati nelle due ultime leggi di bilancio per la deroga dimensionale a 500/300 alunni. Infatti, i nuovi posti di presidenza non hanno determinato un aumento dell’organico regionale e quei fondi non sono stati utilizzati, generando delle economie”.
“Il Ministro ha assicurato la massima attenzione verso la dirigenza scolastica. Ha affermato che si stanno studiando risposte sulla semplificazione e sulla responsabilità dei dirigenti scolastici, sull’atto di indirizzo per il rinnovo del CCNL, sul prossimo concorso per i dirigenti scolastici, sul finanziamento del FUN. In particolare, ha ricordato un primo intervento, volto ad assegnare ai revisori dei conti le funzioni in tema di trasparenza tipiche dell’OIV. Questo dovrebbe risolvere i problemi sorti con Anac sul tema. È previsto un robusto piano di formazione per i revisori dei conti.
Riguardo al FUN, ha affermato che è stato avviato un monitoraggio sugli anni scolastici 20/21 e 21/22 per scongiurare che vi sia il rischio di restituzione di quanto già percepito e ha raccolto la proposta della CISL Scuola circa la verifica della possibile disponibilità delle economie per il finanziamento del Fondo.
Per quanto riguarda il prossimo dimensionamento, previsto a partire dal 2024, è stato ricordato che ci si sta muovendo entro i vincoli previsti dal PNRR, l’operazione comunque non determinerà esuberi. La definizione di un indice a livello regionale per la costituzione dell’organico consentirà di uscire dai vincoli attuali, posti invece sulla singola istituzione scolastica. Questo permetterà di assegnare dirigente e dsga anche ad istituzioni con parametri inferiori a quelli attualmente previsti, grazie alla compensazione regionale dei posti di organico. Ciò dovrebbe comportare una drastica riduzione delle reggenze che oggi sono circa 900. I risparmi previsti sono strutturali”.
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