Incontro interlocutorio quello odierno in videoconferenza tra le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e la ministra Azzolina (in rappresentanza del Ministero dell’istruzione erano presenti anche il capo Gabinetto e i capi Dipartimento degli uffici del personale e delle risorse) su temi importanti come il rientro a scuola in sicurezza e maggiori risorse per gli organici.
Come anticipato in un altro articolo di questa testata, in effetti Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams hanno chiesto con un comunicato unitario un provvedimento legislativo urgente per garantire la massima sicurezza nella ripresa delle attività didattiche in presenza a settembre e l’apertura di un confronto sugli organici.
Nell’introduzione dei lavori, la ministra Azzolina ha sottolineato la volontà di deroga, attraverso un apposito emendamento, ai parametri del Dpr n. 81/2009 relativo ai criteri per la formazione delle classi (Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola, ai sensi dell’art. 64, comma 4 del D.L. 25 giugno 2008 n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008 n. 133). In pratica, la possibilità di derogare ai criteri sul numero di alunni per classe fissati dall’art. 64 della legge 133/2008 (con la Gelmini ministro dell’istruzione) la quale, imponendo l’innalzamento dei parametri, ha provocato il fenomeno delle “classi pollaio” che in diversi casi superano i 30 alunni.
Ma non si poteva pensarci prima, dato che la situazione è ben nota a tutti e che molti Uffici scolastici territoriali, in base alle disposizioni vigenti, hanno costituito classi con numero elevato di alunni, addirittura in molti casi autentiche “classi pollaio”? Non tenendo conto alcuni Ust, peraltro, a loro volta, che vi sono anche dei tetti numerici oltre i quali per legge non si può andare: e invece di derogare verso la riduzione si è preferito talvolta farlo in direzione di un innalzamento oltre la soglia consentita. E nell’anno del Covid-19 ciò era una cosa da evitare con ancora maggiore determinazione (invece di ridurre il numero di studenti nelle classi, si accorpano sezioni differenti!).
Oltre a diminuire il numero di alunni per classe, l’intenzione è di sfruttare al meglio il “recovery fund” per investimenti sull’edilizia scolastica (anche su questo aspetto però mi sembra che il ritardo sia notevole).
In un comunicato della Flc Cgil si evidenzia che il segretario generale della Federazione dei lavoratori della conoscenza, Francesco Sinopoli, ha chiesto alla ministra di “riconoscere il ruolo del sindacato ed evitare accuse poco credibili riportate nei comunicati stampa”. A tal proposito rimando ad un articolo pubblicato recentemente su La Tecnica della Scuola. “L’azione del nostro sindacato è senza pregiudiziali – ha precisato Sinopoli – ma abbiamo il dovere di presentare le criticità che ci vengono segnalate tutti i giorni dai lavoratori e dalle lavoratrici per confrontarci col Ministero e trovare una soluzione condivisa”.
Anche per evitare le strumentalizzazioni di coloro che hanno iniziato “una campagna che ha trasformato gli insegnanti da eroi a coloro che non vogliono tornare a scuola per colpa dei sindacati”.
La Flc Cgil precisa che le organizzazioni sindacali vogliono che ci siano le condizioni di sicurezza per riaprire la scuola in presenza, e per tale motivo c’è bisogno di capire quante risorse saranno disponibili e come saranno distribuite.
“Considerato che banchi e presidi sanitari saranno forniti dal Commissario preposto (Arcuri) e dal Ministero della salute”, per la Federazione dei lavoratori della conoscenza della Cgil “è necessario mettere tutte le risorse finora stanziate ed altre da stanziare sugli organici: in regioni dove c’è maggiore emergenza a causa dell’epidemia sono necessari organici aggiuntivi che permettano un rientro in classe in sicurezza”. In realtà a noi sembra che in tutti i territori del Paese si debbano potenziare gli organici, perché non si determinino criticità dove magari adesso l’emergenza sembra più contenuta: insomma, il problema sicurezza va guardato con estrema attenzione anche alla prevenzione.
Sinopoli peraltro ritiene necessaria “una regia nazionale che individui i criteri per la distribuzione delle risorse e degli organici in modo da garantire condizioni omogenee per tutti gli studenti e per tutti i lavoratori della scuola. Anche perché bisogna allontanare il rischio di un ritorno di idee di autonomia differenziata e fornire alla scuola, in tutti i territori, le risorse necessarie per ripartire in presenza e in sicurezza”.
E l’organico docenti ed Ata va potenziato in maniera considerevole: le misure previste nel decreto ‘rilancio’ relative all’istituzione di un organico di emergenza non sono sufficienti, evidenzia il sindacato. “Abbiamo bisogno di capire come saranno distribuite le risorse, gestiti gli spazi, gli orari ed è necessaria chiarezza sul tempo scuola”, aggiunge Francesco Sinopoli.
Peraltro, la Federazione dei lavoratori della conoscenza ribadisce che la didattica a distanza deve rimanere un’opzione residuale.
In conclusione, Sinopoli ha chiesto al Ministero “un ripensamento sul reclutamento: a settembre ci saranno oltre 212 mila posti fra docenti, educatori ed Ata da coprire, e fra questi ci sono circa 3.500 posti di Dsga. Gli attuali canali di immissioni in ruolo non sono sufficienti, l’aggiornamento delle graduatorie rischia di essere in ritardo”.
“Per questo – prosegue – sono necessari dei provvedimenti straordinari, in particolare per il personale scolastico precario, docente, educatore ed Ata, con 3 annualità di servizio”.
Come riporta il comunicato della Flc Cgil, la ministra Azzolina ha ribadito l’importanza del lavoro del personale e ha poi precisato che obiettivo del M.I. è garantire alle istituzioni scolastiche “maggiori risorse per ulteriori investimenti”. Ha anche ricordato l’aumento delle risorse per il Fun dei dirigenti scolastici, “a cui è riconosciuto l’enorme lavoro svolto in questi mesi insieme a tutto il personale scolastico”. Con la differenza, aggiungo io, che però per docenti e Ata l’enorme lavoro svolto non è stato al momento riconosciuto a livello “premiale” (si attendono solo modesti aumenti stipendiali quando sarà rinnovato il contratto di categoria): della serie “grazie e medaglietta”.
Anzi solo “grazie” visto che la medaglietta ha comunque un costo (pensate a quanti sono gli insegnanti che con dedizione si sono impegnati con ritmi e orari spesso sfiancanti nella didattica a distanza attuata nelle sue varie forme, peraltro utilizzando strumentazioni proprie e con consumi a spese del lavoratore, nonché con possibili ripercussioni sullo stato di salute della vista e non solo). E comunque magari è anche meglio che si resti senza “medaglietta” perché non vorrei che per tale “premio” si richiedesse poi un orario di servizio magari aumentato di 6 ore! Aspetto di vedere il nuovo contratto, anche se i sindacati sanno che un eventuale rinnovo contrattuale “al ribasso”, che magari barattasse un aumento stipendiale comunque dovuto con una regressione sul piano dei diritti dei lavoratori della scuola, segnerebbe un solco forse definitivo fra le OO.SS. di categoria e i lavoratori del Comparto.
La ministra ha dato una chiara disponibilità ad aprire subito il confronto con il sindacato sul Protocollo per la sicurezza. “Mentre sul tavolo degli organici – precisa la Flc – ha preso tempo subordinando tale confronto agli esiti dei monitoraggi che sono in corso presso i singoli Uffici scolastici regionali. Nessuna parola è stata spesa per le procedure straordinarie per la copertura delle migliaia di posti liberi di docenti, Dsga e personale Ata”.
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