“L’indennità economica prevista dal DM per gli insegnanti che garantiscono la permanenza nella stessa scuola per un certo numero di anni ha poco a che vedere con la valorizzazione della professione docente”; è questo il punto di vista di Mario Rusconi, presidente dell’ANP Roma che aggiunge: “La decisione del Ministro sembra ideata soprattutto per contenere burocraticamente la girandola annuale di migliaia di trasferimenti da scuola a scuola”.
“In effetti – prosegue ancora il dirigente scolastico – questa misura, non basata sulla valutazione della qualità professionale del docente, non è ideata per garantire un’efficace azione didattica a favore degli studenti o per valorizzare impegni aggiuntivi. Risulta finalizzata ad assicurare, comunque sia, la presenza dei docenti all’inizio di ogni anno scolastico. Condizione che da anni risulta irrisolta, non riuscendo i ridotti ranghi delle amministrazioni periferiche ad effettuare le complesse operazioni di trasferimento(che richiedono l’impegno di molte risorse umane) in tempi congruenti, rallentando pertanto le assegnazioni di personale alle scuole”.
Per la verità la misura decisa dal Ministro non dovrebbe avere ricadute economiche immediate perché dovrebbe entrare in vigore fra un quinquennio quando sarà cioè possibile riconoscere il “bonus” ai docenti che hanno deciso di rimanere nella stessa scuola.
D’altro canto sembra alquanto improbabile che un docente decida di restare ad insegnare in una scuola distante 100 chilometri dalla sua residenza con l’obiettivo di intascare, fra qualche anno, una indennità di qualche decina di euro al mese, indennità che non coprirebbe neppure le spese di trasporto da sostenere per gli spostamenti.
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