Sulla questione della revisione delle Indicazioni nazionali il dibattito sta entrando nel vivo anche se, per il momento, il Ministro non ha ancora chiarito quale sia la “mission” della Commissione di lavoro istituita più di un mese e mezzo fa e che sarà coordinata dalla professoressa Loredana Perla come abbiamo già avuto modo di riferire.
E’ di queste ore un comunicato di Cisl Scuola in cui si evidenzia la rilevanza dell’argomento.
Il sindacato di Ivana Barbacci sottolinea che le Indicazioni nazionali, che definiscono i contenuti e gli obiettivi dell’istruzione, sono fondamentali per l’identità e il futuro del Paese e devono essere maneggiate con cura e lungimiranza.
“Le Indicazioni – si legge nel comunicato – riguardano i saperi che si ritengono fondamentali per il Paese, per la sua identità, per la sua coesione, per il suo futuro. Richiedono dunque ragionamenti e decisioni collocati all’interno di una visione globale, di lungo respiro, e quanto più possibile condivisa, onde evitare che il possibile alternarsi di governi e maggioranze si traduca in alterne e contrapposte fisionomie di sistema”.
“Le attuali Indicazioni nazionali per il curriculum – ricorda Ivana Barbacci – sono state varate nel 2012, a coronamento di un lavoro meticoloso e ampiamente partecipato svolto a partire dal 2007. Uno dei pochi lavori realizzati effettivamente secondo un disegno aperto, fondato su basi metodologiche solide, condiviso con tutti gli interlocutori interessati, tant’è che le Indicazioni nazionali sono, ad oggi, un documento ancora apprezzato e che può considerarsi, nonostante gli anni trascorsi e la progressiva accelerazione dei processi di cambiamento, pedagogicamente attuale”.
Cisl Scuola non nega la necessità di aggiornare le Indicazioni, specialmente per affrontare nuove sfide come l’integrazione del digitale nell’insegnamento, ma chiede che il Ministro fornisca adeguate spiegazioni sulle modalità dell’operazione.
Il sindacato di Barbacci, in particolare chiede al Ministro “la massima chiarezza sul mandato della Commissione di esperti, sui criteri e sugli obiettivi che ne orienteranno il lavoro, e soprattutto su come e quanto gli esiti di quel lavoro saranno oggetto di un successivo, ampio e aperto confronto, nel quale sia riconosciuto al mondo della scuola un ruolo da protagonista nei progetti e nei percorsi di cambiamento”.
E ancora: “Chiediamo al Ministro che il lavoro della Commissione, composta di esperti di sua fiducia, si limiti a definire, come da egli stesso accennato, un quadro iniziale di riferimento, a porre soltanto le premesse di una revisione che non potrà certo essere una commissione di esperti a condurre, richiedendo invece la definizione di un percorso ampiamente coinvolgente e partecipato, esigenza ineludibile quando l’oggetto in esame costituisce patrimonio comune e condiviso dell’intero Paese”.
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