Home Alunni Indicazioni Nazionali, Manifesto dei 500: meglio tornare ai Programmi del secolo scorso

Indicazioni Nazionali, Manifesto dei 500: meglio tornare ai Programmi del secolo scorso

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Proseguono le prese di posizione contro la decisione del ministro Valditara di rivedere le Indicazioni Nazionali.

In queste ore anche il Manifesto dei 500 interviene con un ampio documento che però propone una lettura del tutto diversa rispetto a quanto emerso fino ad ora.

La nomina della Commissione – sostiene il Manifesto – ha suscitato diverse critiche, in particolare riguardo alla mancanza di trasparenza del processo di nomina, alla presenza esclusiva di pedagogisti e all’orientamento che la commissione potrebbe assumere.
Secondo il Manifesto la figura di Loredana Perla, coordinatrice della Commissione, sarebbe particolarmente controversa in quanto insieme al professore Ernesto Galli della Loggia, è autrice del libro “Insegnare l’Italia”, che propone un ritorno all’insegnamento dell'”italianità”, in contrapposizione al multiculturalismo.

Il Manifesto sottolinea che il ministro Valditara ha affermato che nelle scuole si studiano “troppe cose inutili, tra cui i dinosauri”, mentre per parte sua Galli della Loggia ha espresso la sua preferenza per un ritorno ai Programmi Nazionali.

Per la verità, non da oggi, il Manifesto dei 500 sostiene il ritorno ai Programmi Nazionali denunciando la scomparsa di questi ultimi e criticando profondamente le Indicazioni Nazionali del 2005, del 2007 e del 2012.

La scomparsa dei Programmi Nazionali avrebbe causato negli ultimi venticinque anni un declino preoccupante nelle competenze di lettura, scrittura, matematica e nelle conoscenze storiche e geografiche degli alunni.
Declino che ha indubbiamente un impatto non solo sugli studenti e sui diversi ordini di scuola, ma anche sulla società in generale e sui futuri docenti.

Questa situazione avrebbe gravi ripercussioni non solo sulla formazione personale degli studenti, ma anche sulla futura classe dirigente, inclusi medici, ingegneri, architetti, giudici, storici, artisti, impiegati e operai.
Inoltre, sempre secondo il Manifesto, la scomparsa dei Programmi Nazionali ha accentuato le disuguaglianze educative tra diverse scuole e regioni del Paese, in contrasto con i principi di uguaglianza sanciti dalla Costituzione.