Indicazioni nazionali, meglio studiare classici, epica e geografia piuttosto che i denti dei dinosauri: Frassinetti risponde agli scettici – VIDEO

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April 24, 2025

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Il sottosegretario all’Istruzione Paola Frassinetti difende con fermezza le nuove indicazioni nazionali relative al primo ciclo scolastico. Ai microfoni della ‘Tecnica della Scuola’, durante il convegno alla Camera, organizzato da FdI, “Le radici del futuro, confronto sulle Nuove Indicazioni Nazionali per la scuola”, Frassinetti ha detto che Governo e Ministero sono “aperti a qualsiasi proposta, però riteniamo che la struttura sulle quali poggiano le linee guida sia importante e fatta per dare più conoscenze ai nostri bambini alle nostre bambine, senza una contrapposizione tra conoscenze e competenze“.

“Le competenze poi alla fine – ha continuato – vengono completate quando c’è una buona struttura di conoscenze alla base. Materie come la Storia sono fondamentali. O come la Geografia, che era stata tolta e accorpata a Geostoria, ma anche la reintroduzione facoltativa del latino nella seconda media: sono tutte materie che riportano alle nostre tradizioni culturali e che andranno sicuramente ad affinare uno spirito critico che è proprio della tradizione occidentale”.

Il sottosegretario sostiene che “nell’insegnare bene la Storia antica ai bambini non c’è nessun tipo di individualismo: le critiche sono infondate, parole astratte buttate lì. Il problema è che in Italia ci sono grandi difficoltà a interpretare i testi e nessuno scrive più un corsivo; c’è stato un abbassamento dell’asticella dell’apprendimento e bisogna fare qualcosa per riportare il sapere al centro della scuola proprio nell’interesse di questi bambini e di queste bambine. Quindi, la lettura, l’epica, lo studio dei grandi classici, anche se fatte in un’età in cui il taglio sarà più di narrativa, sono sicuramente importanti per la loro crescita, forse più che parlare dei denti dei dinosauri per un anno”.

Secondo Frassinetti, quindi, queste nuove Indicazione nazionali non rappresentano un passo indietro, ma una forma moderna” di apprendimenti: “noi continuiamo, per esempio, a puntare molto sulla scuola digitale, abbiamo anche stanziato dei fondi per la formazione degli insegnanti che riescono ad approcciare l’intelligenza artificiale insieme ai ragazzi”. I cambiamenti, conclude, serviranno a potere trasmettere “le basi” per una formazione migliore.

E a chi dice che si tratta di indicazioni nazionali troppo rigide, nel senso che i margini di cambiamento dei programmi sono limitati, Frassinetti replica sostenendo che invece “c’è spazio” per personalizzare i percorsi da parte delle scuole: perchè “c’è l’autonomia scolastica, ci sono gli insegnanti che hanno ognuno di loro le proprie modalità di insegnamento e ci si baserà su quelle”.