Le Indicazioni Nazionali sono il documento di riferimento per le scuole autonome attraverso cui esse possono definire il proprio curricolo di istituto ed elaborare il Piano dell’Offerta Formativa nel rispetto dei bisogni formativi dei singoli contesti, ma anche nel rispetto dei vincoli nazionali.
Dall’anno scolastico 2012-2013 le scuole dell’Infanzia e del primo ciclo hanno iniziato a elaborare l’offerta formativa avendo come riferimento le Indicazioni Nazionali per il Curricolo, emanate dal DM 254/2012 e aggiornate nel 2018 (DM 537/2017, integrato con D.M.910/2017 – Indicazioni Nazionali e nuovi scenari). Stabiliscono conoscenze, abilità e competenze che gli alunni devono acquisire a conclusione della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado.
La scuola dell’infanzia è parte integrante del percorso formativo unitario previsto dalle Indicazioni 2012. Essa mette al centro dell’apprendimento la corporeità del bambino, le sue azioni, i suoi linguaggi attraverso i campi di esperienza che vanno visti come contesti culturali e operativi che arricchiscono la sua esperienza grazie al sapiente intervento dell’insegnante che crea opportuni ambienti di apprendimento con immagini, parole, sottolineature e “rilanci”.
Soprattutto negli istituti comprensivi, la scuola dell’infanzia contribuisce alla elaborazione del curricolo verticale, infatti le Indicazioni Nazionali delineano un curricolo unitario dai tre ai quattordici anni per la costruzione di un progetto formativo continuo utile a facilitare il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria, alla scuola secondaria di 1° grado. L’elaborazione e la realizzazione del curricolo di istituto costituiscono, pertanto, un processo dinamico e aperto e rappresentano per la comunità scolastica un’occasione di apprendimento continuo.
Con decreto ministeriale n. 742/2017 sono stati adottati i modelli nazionali di certificazione delle competenze degli alunni del primo ciclo di istruzione, fondati sulla funzione formativa e di orientamento. Il decreto descrive le finalità e le modalità della certificazione e presenta due distinti modelli di certificazione da utilizzare al termine della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado.
La certificazione delle competenze, come viene puntualizzato nel decreto, non rappresenta solamente uno strumento amministrativo che consente di ampliare I’informazione per i genitori, ma si configura soprattutto come documento che arricchisce e integra il profilo valutativo degli alunni prendendo in considerazione aspetti legati allo sviluppo progressivo di competenze “chiave”, per valorizzarne I’iniziativa, I’autonomia, la responsabilità. La compilazione dei modelli è il momento conclusivo di un processo educativo e formativo che stimola la ricerca di nuovi approcci didattici, coerente con un continuo ripensamento dell’intero curricolo, come auspicato dalle stesse Indicazioni Nazionali per il curricolo.
L’Ordinanza ministeriale 172/2020 ha stabilito che a decorrere dall’anno scolastico 2020/2021 la valutazione periodica e finale degli apprendimenti è espressa, per ciascuna delle discipline di studio previste dalle Indicazioni Nazionali, compreso l’insegnamento trasversale di educazione civica, attraverso un giudizio descrittivo riportato nel documento di valutazione, nella prospettiva formativa della valutazione e della valorizzazione del miglioramento degli apprendimenti. I giudizi descrittivi sono riferiti agli obiettivi oggetto di valutazione definiti nel curricolo d’istituto e sono riportati nel documento di valutazione. Nel curricolo di istituto sono individuati, per ciascun anno di corso e per ogni disciplina, gli obiettivi di apprendimento oggetto di valutazione periodica e finale.
Gli obiettivi sono riferiti alle Indicazioni Nazionali, con particolare attenzione agli obiettivi disciplinari e ai traguardi di sviluppo delle competenze.
Agli insegnanti competono la responsabilità della valutazione e la cura della documentazione, nonché la scelta dei relativi strumenti, nel quadro dei criteri deliberati dagli Organi Collegiali.
I percorsi didattici messi a punto dovrebbero essere formalizzati in modelli che possano consentire la verifica, la valutazione e la trasferibilità ad altre classi, ma anche la capitalizzazione per gli anni successivi, costruendo in tal modo pratiche di istituto coordinate e condivise e verifiche e valutazioni periodiche e finali coerenti con gli obiettivi e i traguardi previsti dalle Indicazioni Nazionali.
Le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione indicano chiaramente il ruolo del dirigente scolastico come determinante sia per la direzione, il coordinamento e la promozione delle professionalità interne sia per la collaborazione delle famiglie e per la valorizzazione delle risorse del territorio, in sintesi per la costruzione di una comunità professionale orientata all’innovazione e alla condivisione di conoscenze e stimolata dalla funzione di leadership educativa della dirigenza.
Il dirigente, nel rispetto delle competenze degli Organi Collegiali, nell’atto di indirizzo al Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF), fornisce indicazioni sulla predisposizione del curricolo con riferimento al Profilo dello studente al termine del 1° ciclo di istruzione, ai traguardi per lo sviluppo delle competenze, agli obiettivi di apprendimento specifici per ogni disciplina.
Determinante risulta il ruolo del dirigente nella costruzione di un curricolo verticale effettivo, concreto, utile a facilitare il passaggio degli alunni dalla scuola dell’infanzia alla primaria, alla secondaria di primo grado. Ciò per evitare il rischio di una giustapposizione di tre curricoli costruiti separatamente e non frutto di una riflessione comune e condivisa sulla formazione dell’alunno dai tre ai quattordici anni. La leadership educativa del dirigente e la presenza di forme di middle management incentivano una progettualità che mira a dare senso e intenzionalità all’intreccio di spazi e tempi e promuove lo sviluppo della professionalità docente, che a sua volta diventa elemento di qualità per la costruzione di ambienti di apprendimento innovativi e inclusivi.
La codocenza, l’apertura delle classi con l’utilizzo della metodologia del cooperative learning e della didattica digitale possono costituire validi esempi di un’organizzazione innovativa e funzionale di spazi e tempi.
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