Ivana Barbacci, leader Cisl Scuola
Che la bozza delle Nuove Indicazioni Nazionali per il primo ciclo non piaccia molto al mondo della scuola è ormai abbastanza chiaro.
Non passa giorno che questa o quella associazione non intervenga per sollevare critiche più o meno significative.
Per prevenire problemi e difficoltà il Ministro ha deciso, già nei giorni scorsi, di avviare un’ampia consultazione e a tutte le scuole è stato inviato un questionario a cui i docenti possono rispondere con le modalità che ritengono più adeguate.
Curiosamente il documento contiene un marchio di copyright datato 2023, come se il “file” fosse già stato creato in quell’anno.
Ma questi sono aspetti marginali perché adesso il questionario sta incassando il no della stessa Cisl Scuola che così si esprime: “Ancora una volta – come già accadde nel 2014-15 con la legge 107 – l’impressione è quella di una consultazione di facciata, priva in realtà di alcuna reale incidenza sugli esiti del lavoro in via di svolgimento. Una consultazione in cui, per osservazioni e proposte, non vi è alcuno spazio diverso da quello verso il quale ‘incanala’ la formulazione dei quesiti”.
“Praticamente – aggiunge il sindacato – si dà per scontato un consenso di massima, lasciando come sola possibilità di esprimersi la formulazione di vaghi suggerimenti su ciò che si potrebbe o dovrebbe modificare. Lo si vede bene nei quesiti proposti per l’impianto delle discipline, per ciascuna delle quali si offre in modo seriale la stessa triade di possibili risposte”.
Il massimo grado di libertà sta – sottolinea Cisl-Scuola – nella concessione di “250 caratteri (spazi compresi) per suggerimenti e osservazioni che, avendo per oggetto un testo di ben 150 pagine (il doppio delle precedenti Indicazioni), si configurano come una vera e propria mission impossible”.
Al contrario, ricorda il sindacato, il percorso verso le Indicazioni del 2012, avviato da un governo di centro sinistra, si svolse in seguito e per la maggior parte con un governo di segno opposto, senza che se ne modificassero gli attori, “dando vita a un confronto realmente coinvolgente grazie al quale si pervenne a un testo per il quale, non a caso, il mondo della scuola ha sempre manifestato grande condivisione e apprezzamento”.
Sentita personalmente da noi, la segretaria generale Ivana Barbacci aggiunge una ulteriore considerazione: “La partecipazione, il confronto ed il dialogo autentico sono per la Cisl Scuola un tratto distintivo che da sempre definisce la nostra rotta. Il questionario/consultazione rivolto alle scuole sulle oltre 150 pagine della proposta di revisione delle indicazioni nazionali, per come è stato concepito, nega profondamente l’interesse di acquisire realmente il sentire del personale della scuola”.
“Che si cambi rotta – conclude Barbacci – perché questo metodo non ha mai portato frutti positivi nella scuola”.
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