La decisione del ministro Valditara di dare avvio ad una revisione delle Indicazioni nazionali continua a suscitare polemiche, soprattutto per le modalità con cui l’operazione si sta svolgendo.
Fra le ultime prese di posizione vale segnalare quella di tre importanti associazioni professionali (MCE, CIDI e Proteo Fare Sapere) che scrivono al Ministro e gli ricordano: “La Commissione da lei nominata ‘composta da esperti di comprovata qualificazione scientifica e professionale con il compito di elaborare e formulare proposte volte alla revisione delle Indicazioni’ è formata da soli docenti universitari di pedagogia, senza peraltro rappresentare il pluralismo delle aree culturali della ricerca educativa”.
Le associazioni fanno presente che “non sono presenti esperti disciplinari”.
“Ma soprattutto – osservano – manca il mondo della scuola e non ci rassicura che lei abbia dichiarato che saranno coinvolti insegnanti, dirigenti, associazioni professionali in una fase successiva, una volta che la commissione da lei nominata ha già definito le prospettive di cambiamento delle I.N. e tracciato i percorsi”.
“Le Indicazioni Nazionali – ricordano ancora Mce, Cidi e Proteo – come lei saprà sono nate da un’altra storia; sono state elaborate da uomini e donne di scuola e dell’università, dopo un lungo percorso di riflessione, confronto”.
Ed è proprio per questo “che – scrivono le associazioni – le I.N. continuano a restare un riferimento fondante capace di orientare il fare scuola, tracciandone obiettivi e traguardi di competenza nel quadro di finalità educative e scenari socioculturali fortemente attuali”.
“Le Indicazioni nazionali – si legge infine nel documento – si cambiano quando risultano superate dalla storia. Perché rivederle ora? Quali sarebbero i loro aspetti invecchiati? E perché non condividere con il mondo della scuola questa esigenza di cambiamento?”
A preoccupare le associazioni è anche il “grande attivismo riformistico sulla scuola”.
Così concludono Mce, Cidi e Proteo: “Si stanno modificando le norme sulla valutazione del voto in condotta, sulla valutazione degli apprendimenti alla primaria, sono stati riformati gli istituti tecnici e professionali… In un’organizzazione complessa come la scuola italiana le chiediamo quanto tutto questo potrà rispondere ai bisogni reali e alle priorità di qualificazione del sistema senza superare i limiti di sostenibilità del sistema stesso? È questo, Signor Ministro, un aspetto per niente trascurabile per evitare quello che lei afferma: gli interventi sulla scuola non devono rispondere a logiche ideologiche e proprietarie”.
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