
Nella giornata di giovedì 20 marzo si è svolto il question time al Senato con, tra gli altri, anche il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Il ministro ha risposto sulla questione delle nuove indicazioni nazionali.
Nel suo intervento il ministro ha riportato i dati Censi: il 35% degli adulti italiani comprende solo testi semplici, il 43,5% degli studenti ha basse competenze in italiano e il 47,5% in matematica. E per questo motivo che, secondo Valditara, il Governo ha promosso interventi per l’istruzione e ora vuole rivedere i programmi scolastici. Propone di rivalutare grammatica, memoria, latino, calligrafia e storia dell’Occidente, oltre a integrare arte, musica, epica e STEM. L’obiettivo è fornire ai giovani strumenti culturali solidi per il futuro.
La domanda di Mennuni (FdI)
Signora Presidente, lo scorso 11 marzo sono state presentate sul sito istituzionale del Ministero dell’istruzione e del merito le nuove indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia. Come lei ricorderà, signor Ministro, non posso che esserne estremamente lieta, perché ebbi l’onore di rappresentare il Gruppo di Fratelli d’Italia in quell’occasione in cui illustrammo un question time proprio, per chiedere di rivedere i programmi, soprattutto per il primo ciclo d’istruzione, a decorrere dall’anno scolastico 2026-2027, che aggiorneranno le linee guida adottate nel novembre 2012.
Tali nuove linee guida, molto importanti e consistenti, sono derivate, peraltro, da una consultazione, anzi direi da centinaia di riunioni con associazioni, con la rappresentanza dei genitori e con autorevolissimi esperti del settore. Esse sono volte proprio a garantire agli studenti un’educazione scolastica che non si limiti all’acquisizione delle nozioni, ma che favorisca una maggiore consapevolezza storica, linguistica e valoriale, fornendo strumenti solidi per comprendere il presente attraverso la conoscenza di materie e principi che esprimono i valori della tradizione occidentale. Accanto alla riscoperta dell’importanza della scrittura, della scrittura a mano, del corsivo e della calligrafia, è previsto anche l’uso di nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, con strumenti digitali idonei a favorire un’interazione attiva degli studenti e una maggiore personalizzazione dell’apprendimento.
Si chiede quindi di sapere, signor Ministro, quali siano i punti salienti di questo nuovo programma scolastico in itinere, quali finalità persegue questo percorso di riforma che pone al centro la cultura italiana, con le sue ineguagliabili radici storiche, filosofiche e identitarie e quali ulteriori azioni ha da svolgere e da intraprendere per rafforzare il raccordo fra primo e secondo ciclo di istruzione e formazione.
La risposta integrale del ministro Valditara
Signora Presidente, senatrici e senatori, siamo partiti dalla realtà. Secondo l’ultimo rapporto Censis, il 35 per cento degli adulti italiani non riesce a comprendere se non testi molto brevi e molto semplici, solo il 5 per cento raggiunge livelli adeguati di comprensione della scrittura.
Tra gli studenti delle superiori, ben il 43,5 per cento non raggiunge competenze minime in italiano e il 47,5 per cento in matematica. Un italiano su cinque non sa chi fosse Giuseppe Mazzini, il 41 per cento degli studenti confonde le poesie di Leopardi con quelle di D’Annunzio. Molti studenti non sanno neppure situare la Palestina e qualcuno persino non conosce dove si trova il Po. È abbastanza diffuso l’utilizzo del maiuscolo, perché purtroppo molti studenti non conoscono il corsivo.
Dopo aver promosso Agenda Sud e Agenda Nord, un grande Piano estate per l’inclusione, l’insegnamento potenziato dell’italiano per gli stranieri di primo arrivo, dopo aver distribuito importanti risorse europee per la lotta alla dispersione scolastica, aver indicato nell’atto di indirizzo per il rinnovo del contratto la necessità di una formazione dei docenti obbligatoria, rendicontata e valutata, è arrivato il momento di intervenire sulle indicazioni nazionali. Per chi non conosca il linguaggio della scuola, mi riferisco ai programmi scolastici.
Negli ultimi decenni si sono affermate tendenze pedagogiche e culturali che sono a nostro avviso all’origine del decadimento di alcune conoscenze. Si è sentito parlare di spontaneismo espressivo, vi è stata una sottovalutazione dell’importanza della grammatica e della sintassi; vi è stata l’eliminazione del latino, considerato troppo difficile o addirittura lingua morta; è sparita la memorizzazione delle poesie, è stato lasciato uno spazio marginale ai riassunti, è stata dedicata poca attenzione alla calligrafia, soprattutto vi è stata la marginalizzazione della storia dell’Occidente.
Ebbene, grammatica e sintassi servono per capire e per farsi capire, esprimono la cultura della regola; la memoria è fondamentale proprio in un’epoca come quella di Internet e del cellulare, in cui la memoria è sempre meno esercitata. Inoltre, le poesie arricchiscono il bagaglio espressivo dei nostri giovani, suggeriscono delle immagini meravigliose. Il riassunto stimola la chiarezza e anche il rispetto verso l’altro, che non deve prestare un’attenzione infinita a discussioni e rappresentazioni barocche. I caratteri maiuscoli nel linguaggio dei social esprimono la lingua urlata, invece il corsivo è la grafia di chi riflette. Il latino è espressione della logica e insegna a ragionare, la grammatica latina è alla base della grammatica della lingua italiana, quindi conoscere quella significa conoscere meglio anche la nostra grammatica, oltre che conoscere gli elementi fondamentali di una civiltà, l’Occidente, la storia dell’Occidente per capire da dove veniamo, chi siamo e dove vogliamo andare, valorizzando principi importanti come la democrazia, la libertà, l’umanità, la buona fede e l’equità, che sono grandi principi valoriali dell’Occidente. Anche la storia della musica e la storia dell’arte servono per comprendere meglio la nostra cultura. Alcuni elementi della Bibbia non come fenomeno religioso, non come spinta verso una diminuzione della laicità dello Stato, sono una straordinaria testimonianza culturale che è a fondamento della nostra arte, della nostra cultura, della nostra civiltà.
L’epica esprime un patrimonio di valori, di immagini, di sensibilità straordinarie, ma sono utili anche elementi di informatica nelle scuole elementari, una nuova didattica per le materie STEM, partendo dalla realtà e dal laboratorio per arrivare alla teoria.
Ritengo che anche così diamo un futuro ai nostri giovani.