La decisione del Ministro di affidare all’Indire il compito di realizzare corsi per consentire a decine di migliaia di docenti di conseguire il titolo di specializzazione per il sostegno in pochi mesi aveva sollevato qualche perplessità.
La disposizione è contenuta attualmente nel decreto legge 71 del 31 maggio ma, evidentemente, al Ministero si sono accorti che, così come è scritta, la norma non è facilmente attuabile tanto che proprio in queste ore il relatore del provvedimento, la deputata Giorgia Latini della Lega, ha presentato un emendamento finalizzato a risolvere il problema.
La soluzione, come accade sempre più spesso ultimamente, è piuttosto semplice anche se il problema da risolvere è molto complicato, anzi perfino complesso.
Nel concreto l’emendamento prevede la modifica delle norme che oggi definiscono i compiti dell’Indire al quale viene ufficiale assegnato il compito di organizzare i corsi per il conseguimento della specializzazione per il sostegno didattico.
A questo punto, però, il Governo si trova anche nella necessità di consentire all’Istituto di gestire in modo efficace questo nuovi compiti ed ecco che arriva una seconda, importante, decisione: entro 30 giorni dalla entrata in vigore della legge di conversione verrà nominato un commissario straordinario e, conseguentemente, il presidente e gli altri organi previsti dalle norme attuali decadranno.
Entro 90 giorni dalla nomina, il Commissario dovrà adottare un nuovo statuto.
Durissimo il commento dell’opposizione: “Le mire politiche del Governo e del ministro Valditara – dichiara Irene Manzi, capogruppo del PD in commissione istruzione alla Camera si allungano anche sull’Indire. Con un emendamento del relatore al decreto scuola la maggioranza ha pensato bene di commissariare l’Istituto, proprio nel momento in cui è chiamato a nuove sfide come quelle legate ai percorsi paralleli sul sostegno previsti dal ministro Valditara. Lo scopo è chiaro: eliminare l’attuale presidente per nominare l’ennesima figura vicina al governo a cui conferire poteri ordinari e straordinari”.
“Questo Governo – conclude Manzi – vuole prendersi ogni presidio di democrazia a partire dai luoghi di elaborazione culturale e di pensiero critico. L’unico obiettivo è assumere il controllo politico di ogni organismo pubblico: ora vogliono farlo anche a scapito di un istituto che accompagna l’evoluzione del sistema scolastico italiano investendo in formazione e innovazione e sostenendo i processi di miglioramento della scuola”.
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