Gli emendamenti al decreto legge 71/24 sulla scuola sono peggiorativi del testo iniziale, perché rappresentano delle modalità per imporre ingiustizie tra i dirigenti scolastici e per eliminare a piè pari i vertici dell’Indire non graditi a chi governa oggi il Paese. A sostenerlo è Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione istruzione.
“Purtroppo – dice l’on. Manzi all’Ansa – ci troviamo di fronte a un decreto omnibus, parziale e senza visione che non risolve nessun problema. La solita propaganda a costo zero. Abbiamo provato a migliorare il testo con le nostre proposte ma è stato purtroppo scarso l’ascolto da parte del governo e della maggioranza, in un esame spesso affrettato e frettoloso”.
In particolare, ha aggiunto la dem, che è anche responsabile scuola del Pd, “nel corso dell’esame sono stati presentati ed approvati alcuni emendamenti vergognosi a partire” da quello, giunto attraverso un emendamento del relatore e arrivato al voto senza essere stato mai annunciato, sul “commissariamento dell’Indire, fino all’ennesimo intervento che sfavorisce i vincitori del concorso a dirigente scolastico del 2017 che verranno scavalcati da una platea di sanati nel rientro in regione”.
Secondo la parlamentare dem “il governo ha usato questo provvedimento per infilare scelte sbagliate che produrranno ingiustizie, continuando a fare tabula rasa delle cariche non gradite”.
Per quanto riguarda il commissariamento delle Indire, come già rilevato, tutti gli schieramenti politici dell’opposizione hanno sollevato nella Commissione Cultura diversi dubbi sull’operazione, ma non c’è stato nulla da fare.
Sempre Irene Manzi ha parlato di “contraddittorietà dell’azione governativa” affermando che la scelta del commissariamento non può che avere una motivazione di carattere politico che di fatto pregiudica la continuità amministrativa dell’Istituto.
Toni Ricciardi (PD) ha esortato la maggioranza quantomeno a spiegare per quale ragione stia procedendo al commissariamento – peraltro non necessario e “ha invitato la stessa maggioranza a non commettere l’errore – fatto spesso in passato – di ritenersi al sicuro nella posizione di governo, perché l’eternità in politica non esiste”.
Valentina Grippo (Azione) ha sottolineato come, con l’emendamento in questione, si stia intervenendo a gamba tesa su un ente importante nell’ambito della scuola e della formazione, dimostrando anche in questo caso una gestione autoritaria del sistema scolastico. In generale, ha aggiunto Grippo, si deve procedere a un commissariamento solo per ragioni gestionali, non certo attraverso un emendamento e senza un previo confronto con i rappresentanti dell’ente stesso.
Elisabetta Piccolotti (Verdi-Sinistra) ha definendo vergognoso l’emendamento anche perché privo di una giustificazione e di una spiegazione. “Il silenzio della maggioranza – ha sottolineato Piccolotti – rivela un disprezzo per il processo democratico, facendo peraltro presente come del prossimo commissariamento non sia stato informato neppure il presidente dell’Istituto. Evidentemente, da parte di questo Governo c’è imbarazzo e vergogna rispetto alla gestione del settore dell’istruzione, nonché ansia di occuparne i luoghi di potere per tentare di affermare la propria egemonia culturale”.
Anna Laura Orrico (M5S) ha ribadito che l’intento della maggioranza non è certo quello di intervenire sulle funzioni dell’ente, bensì esclusivamente quello di sostituire il vertice dell’Istituto, attraverso modalità già sperimentate, ad esempio con il Centro sperimentale di cinematografia.
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