Ormai non ci sono dubbi: il Governo sta decapitando l’Indire e breve la presidente Grieco sarà sostituita da un Commissario straordinario.
Nella giornata dell’11 luglio la Commissione Cultura della Camera ha approvato l’emendamento di cui abbiamo già dato conto.
Le opposizioni hanno sollevato più di un dubbio sull’operazione, ma, come era facilmente prevedibile, non c’è stato nulla da fare.
Nel corso del dibattito sono intervenuti in tanti.
Irene Manzi (PD) ha parlato di “contraddittorietà dell’azione governativa” affermando che la scelta del commissariamento non può che avere una motivazione di carattere politico che di fatto pregiudica la continuità amministrativa dell’Istituto.
Toni Ricciardi (PD) ha esortato la maggioranza quantomeno a spiegare per quale ragione stia procedendo al commissariamento – peraltro non necessario e “ha invitato la stessa maggioranza a non commettere l’errore – fatto spesso in passato – di ritenersi al sicuro nella posizione di governo, perché l’eternità in politica non esiste”.
Valentina Grippo (Azione) ha sottolineato come, con l’emendamento in questione, si stia intervenendo a gamba tesa su un ente importante nell’ambito della scuola e della formazione, dimostrando anche in questo caso una gestione autoritaria del sistema scolastico. In generale, ha aggiunto Grippo, si deve procedere a un commissariamento solo per ragioni gestionali, non certo attraverso un emendamento e senza un previo confronto con i rappresentanti dell’ente stesso.
Elisabetta Piccolotti (Verdi-Sinistra) ha definendo vergognoso l’emendamento anche perché privo di una giustificazione e di una spiegazione.
“Il silenzio della maggioranza – ha sottolineato Piccolotti – rivela un disprezzo per il processo democratico, facendo peraltro presente come del prossimo commissariamento non sia stato informato neppure il presidente dell’Istituto. Evidentemente, da parte di questo Governo c’è imbarazzo e vergogna rispetto alla gestione del settore dell’istruzione, nonché ansia di occuparne i luoghi di potere per tentare di affermare la propria egemonia culturale”.
Anna Laura Orrico (M5S) ha ribadito che l’intento della maggioranza non è certo quello di intervenire sulle funzioni dell’ente, bensì esclusivamente quello di sostituire il vertice dell’Istituto, attraverso modalità già sperimentate, ad esempio con il Centro sperimentale di cinematografia.
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