Presumo che a nessuno verrebbe in mente di formare dei tornitori con dei corsi online di qualche mese invece che con dei corsi di qualifica professionale, perché la formazione è importante per poter svolgere bene il proprio lavoro.
Un operaio che dovesse acquisire una specializzazione in tal modo probabilmente sarebbe poco utile all’azienda e produrrebbe molti danni.
E un insegnante specializzato?
Per lui si può fare, tanto lavora con degli esseri umani e non rischia di danneggiare un processo produttivo (?!?)
Se non ottiene nessun risultato o produce danni a degli alunni con disabilità pare non sia considerato così grave come lo sarebbe se facesse degli errori nella produzione di un pezzo meccanico.
Qualcuno potrebbe obiettare che anche un tornitore, se avesse fatto tre anni di apprendistato potrebbe essere un bravo tornitore, ma in un’officina sarebbe sicuramente stato affiancato da un maestro che gli avrebbe insegnato il mestiere, mentre gli insegnanti sono in genere mandati allo sbaraglio, in situazioni anche molto difficili, senza nessuna formazione sia nel caso degli insegnanti di sostegno che degli insegnanti curriculari.
Quindi i tre anni previsti per accedere al percorso abbreviato il 30 cfu online per diventare insegnanti specializzati sul sostegno è una aberrazione inaccettabile, che non ha niente a che fare né con la qualità, né col merito, né con il rispetto verso gli alunni con disabilità e le classi che li accolgono.
Mi sembra incredibile anche solo averlo pensato.
Dopo trentuno anni di lavoro nella scuola, sia come insegnante di sostegno che come insegnante curriculare, ho avuto modo di constatare la differenza tra un insegnante senza percorsi di formazione e insegnanti specializzati sul sostegno.
Naturalmente l’impegno e la passione fanno una grande differenza, a prescindere dalla formazione, ma solo con quest’ultima è possibile costruire dei percorsi davvero inclusivi ed efficaci.
Le associazioni delle famiglie chiederebbero addirittura percorsi più lunghi e ulteriori approfondimenti per le singole disabilità, invece ci troviamo di fronte ad una situazione ridicola, in cui, vista la carenza di insegnanti specializzati, definiamo specializzato chi non lo è.
Per tutto questo mi associo all’invito di Evelina Chiocca: chi vuole diventare insegnante di sostegno cerchi una formazione seria e non scelga escamotage che hanno tutto il sapore di una sanatoria.
Ai governanti l’invito è invece a cancellare questa norma, perché se in Italia abbiamo bisogno di insegnanti specializzati così non risolveremo il problema. Così invece continuiamo a ribadire la scarsa rilevanza data dalla formazione di chi deve formare i cittadini di domani e rischiamo un peggioramento della qualità dell’inclusione degli alunni che più avrebbero bisogno di aiuto.
Ripensiamoci, perché i danni prodotti agli alunni sarebbero molto più gravi di quelli prodotti a degli oggetti.
Non trattiamoli peggio di come tratteremmo un pezzo meccanico.
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