Ogni lacrima ipocrita, versata in un momento ad alta tensione, dall’ex ministro Fornero, ci costerà molta cara anche in termini economici immediati oltre che in termini di raggiungimento della pensione. Una legge sciagurata, che ha creato esodati, tagliato le gambe ai quota 96 della scuola e sconvolto i progetti di vita di chi era ormai arrivato a godersi la meritata pensione.
La scuola con la questione quota 96 ha pagato un prezzo molto salato, più delle altre amministrazioni pubbliche, a causa di questa pessima legge, Bisogna ricordare che la riforma delle pensioni attuata dal governo Monti, è stata voluta in primis dal partito a cui apparteneva l’attuale ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.
Adesso si scopre che questa legge non era del tutto legittima, e c’è sentore che la scuola, sempre a causa di questo pessimo provvedimento sia destinata a continuare a pagare. Infatti la Corte Costituzionale ha definito illegittima la legge Fornero del 2011, nella parte in cui andava a bloccare l’adeguamento delle pensioni al costo della vita per gli assegni superiori a tre volte il minimo Inps. Questo minimo che è definito “minimo vitale”, corrisponde a 501,38 euro, quindi il suo triplo è 1504,14 euro. Quindi moltissimi pensionati nel biennio 2012-2013, a causa del blocco suddetto, non hanno ricevuto l’adeguamento delle pensioni al costo della vita.
Adesso la Consulta stabilisce che queste somme debbano essere restituite agli aventi diritto. L’impatto economico di questa vicenda è forte, si tratta di circa 2 miliardi per il 2012 e altri 3 miliardi per il 2013.
Indovinate come saneranno questo buco da 5 miliardi sulle pensioni? A pagare come il solito potrebbe essere ancora una volta la scuola e in particolare gli insegnanti. A Palazzo Ghigi, Renzi e Padoan, stanno ragionando sull’impatto economico della vicenda e sulle eventuali toppe da mettere. Si dicono certi sul trovare una soluzione.
Una delle soluzioni al vaglio del governo è anche quella di un ulteriore blocco biennale degli scatti di anzianità, il prolungamento del blocco del contratto scuola e del contemporaneo azzeramento del fondo d’Istituto per le scuole. C’è anche chi teme in un contraccolpo sulle 100 mila assunzioni in ruolo dei precari della scuola a partire dal primo settembre 2015 richiestici dalla Corte di Giustizia europea. In buona sostanza il timore è che anche la scuola potrebbe pagare il suo prezzo per sanare i 5 miliardi di euro di buco sulle pensioni.
Attendiamo rassicurazioni dal Governo, mentre la fiducia in esso è sempre meno forte e le motivazioni per aderire allo sciopero del 5 maggio sempre maggiori.