In queste ore il decreto dignità, dopo aver superato l’ok delle commissioni, è alla Camera dei Deputati. Occhi puntati sull’emendamento salva diplomati magistrale, con i maestri con diploma magistrale, già collocati nelle GaE ma con due anni di supplenze alle spalle, insieme a quelli immessi in ruolo con riserva, prossimi ad un ‘concorso straordinario’ non selettivo.
Sia i precari in GaE che gli assunti con riserva avranno la garanzia di potere lavorare fino al 30 giugno prossimo, estendendo di fatto i 120 giorni chiesti dal Ministro Bussetti.
Come abbiamo scritto in precedenza, il servizio di 24 mesi da precari svolto nelle scuole paritarie non verrebbe conteggiato. Infatti nell’emendamento è riportato l’obbligo di avere svolto nel corso degli ultimi otto anni scolastici almeno due annualità di servizio specifico, “presso le istituzioni scolastiche statali valutabili come tali ai sensi dell’articolo 11, comma 14, della legge 3 maggio 1999, n° 124 e successive modificazione”.
Tale esclusione ha creato malumori fra molti lettori, che hanno fatto notare che l’esclusione del servizio nelle scuole paritarie è penalizzante per quegli insegnanti che hanno anni di precariato alle spalle proprio nelle paritarie, specie al Sud Italia.
Sul tema La Tecnica della Scuola ha raccolto le dichiarazioni dell’onorevole Lucia Azzolina del Movimento 5 Stelle, che spiega: “si tratta di un concorso straordinario, quindi abbiamo deciso di includere solo il servizio delle scuole statali. Inoltre, stiamo parlando di 24 mesi negli ultimi otto anni, che non sono pochi, pertanto gli esclusi saranno molti di meno“.
Anche se parliamo di numeri inferiori, ad essere esclusi dal concorso straordinario per infanzia e primaria ci sono quei docenti freschi di TFA sostegno che non avranno maturato il servizio necessario per partecipare, nè sul sostegno, nè sul posto comune. La deputata pentastellata ribatte però: “Gli scontenti ci sono, è naturale, ma si tratta di un emendamento complesso che riesce finalmente a risolvere la vicenda diplomati magistrale“.
Alla domanda su eventuali modifiche previste prima dell’approvazione finale, Lucia Azzolina è categorica: “L’emendamento va bene così. Tutto è migliorabile, è ovvio. Ma per quanto riguarda questo tema non si poteva fare di più al momento. Piuttosto, bisogna iniziare a pensare ad interventi strutturali, come la dispersione scolastica, il tempo pieno al Sud e le classi pollaio“.
Sappiamo benissimo che il concorso straordinario dovrà essere bandito entro sessanta giorni dalla pubblicazione del decreto finale. E il concorso ordinario? Azzolina risponde che il concorso ordinario dovrebbe arrivare circa un anno dopo quello straordinario. Quindi, facendo dei calcoli molto approssimativi, la procedura ordinaria per infanzia e primaria dovrebbe arrivare a partire dal 2020. Sottolineano “a partire” perchè si tratta di un emendamento non ancora approvato e perchè è risaputo quanto la burocrazia sia più forte della decisione politica. Quindi, gli esclusi di questa prima tornata concorsuale, dovranno attendere un bel po’.
Specie i docenti del nuovo ordinamento di scienze della formazione, che, come abbiamo visto, sono quelli maggiormente penalizzati dall’emendamento salva diplomati magistrale.
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