Dove mando il bimbo? Alla scuola d’infanzia cattolico-cristiana, naturalmente. A rispondere in questo modo sono tanti genitori di bambini italiani di età tra i tre e i cinque anni. Ma la novità è che a fare questo ragionamento sarebbero sempre più genitori non credenti o di altre fedi. I dati sono stati rilevati nel corso dell’indagine Ipsos sulla ‘Immagine delle scuole dell’infanzia paritarie Fism: opinioni e aspettative’, presentata il 20 giugno a Roma, nel corso del congresso della Federazione Italiana Scuole Materne dal presidente dell’Istituto di ricerca,
“L’ispirazione cattolica intesa come senso religioso delle scuole paritarie aderenti alla Fism – ha detto il direttore Ipsos Nando Pagnoncelli – è molto apprezzata anche da genitori più laici o addirittura di altre religioni, come attenzione alla spiritualità intesa quale parte di una concezione più ampia dell’individuo che tenga conto anche delle sue istanze etico morali”.
Determinante, tra i fattori di scelta della scuola dell’infanzia paritaria di ispirazione cristiana, ha proseguito il presidente dell’Ipsos, è “la fiducia nell’istituzione”. Si tratta cioè di scuole “generalmente ben integrate sul territorio e spesso con una lunga tradizione alle spalle, che quindi godono di un’ottima reputazione e spesso sono caratterizzate da continuità generazionale, tale per cui il genitore che l’ha frequentata tende a mandarci suo figlio”.
La ricerca Ipsos ha messo a confronto le motivazioni che spingono i genitori a scegliere una scuola dell’infanzia statale o una paritaria di ispirazione cristiana. Ebbene, dai dati raccolti è emerso che il 41% di essi sceglie una delle oltre 7.800 scuole dell’infanzia paritarie Fism per una precisa ragione di valori: perché “offre un modello educativo di ottima qualità”. Completamente diversa la motivazione che spinge i genitori a scegliere una scuola dell’infanzia laica, statale o paritaria comunale: nel 52% dei casi “perché è la scuola dell’infanzia più vicina a casa”.
L’indagine, compiuta su un campione rappresentativo di 500 famiglie italiane, più focus group con insegnanti e gestori, d’altra parte documenta che “l’ispirazione cattolica, intesa anche come senso religioso” rappresenta un ‘driver’, cioè una motivazione decisiva nella scelta di una scuola dell’infanzia di ispirazione cristiana da parte di “chi è molto credente e desidera garantire al proprio figlio la continuità di una cultura cattolica anche in ambito scolastico”.
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