Quello del 2016/17 si ricorderà per essere un virus influenzale forte, con vittime, ospedali pieni e ricoveri anche in terapia intensiva. Ma non oltre la media.
Il 12 gennaio l’Istituto Superiore di Sanità ha emesso i numeri dell’influenza di quest’anno, che la scorsa settimana ha messo in ginocchio i pronto soccorso come avvenuto a Nola dove i pazienti sono stati coricati a terra perché erano terminati i posti letto: 63 casi gravi registrati dall’inizio dell’epidemia, con otto morti, mentre in totale sono 2,5 milioni le persone colpite da uno dei ceppi del virus.
“L’83% dei casi gravi ed il 100% dei decessi segnalati al sistema – spiega l’Iss – presenta almeno una patologia cronica preesistente. Le più rappresentate sono le malattie respiratorie croniche (48,3%), seguite dalle malattie cardiovascolari (46,7%), dal diabete (31,7%) e dall’obesità (18,3%)”. Nonostante una stagione influenzale particolarmente dura, sottolinea Caterina Rizzo, epidemiologa dell’Iss, i numeri non sono comunque preoccupanti.
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“Sono numeri che ci aspettavamo – afferma l’esperta -, anche se vale la pena di rinnovare l’appello soprattutto agli anziani, che sono quelli più colpiti dagli effetti gravi dell’influenza, perchè applichino misure di protezione individuale, dal lavare spesso le mani all’evitare persone con sintomi, specie se non vaccinati”.
Per quanto riguarda l’epidemia in generale, la rete Influnet dell’Iss ha registrato nella prima settimana del 2017 una lieve diminuzione dell’incidenza, che rimane comunque alta, con 9,11 casi ogni 1.000 assistiti.
Nella prima settimana dell’anno sono stati registrati 552mila nuovi casi, cinque volte di più rispetto allo stesso periodo del 2016. Marche, Campania e Valle d’Aosta le regioni più colpite. A determinare il calo è stata soprattutto la chiusura di diverse scuole a causa delle festività natalizie.
“Nelle classi di età pediatrica, infatti – si legge – si osserva un forte calo dell’incidenza rispetto alla precedente settimana, mentre negli adulti e negli anziani, sebbene lievemente, il numero dei casi continua a crescere”.
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