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Informatica, registro elettronico rimandato. Ma tra gli studenti spopolano le app

Mentre l’introduzione del registro di classe elettronico si rimanda ancora di un anno, tra gli alunni delle superiori si registra un incremento significativo dell’uso dello smartphone al posto della tradizionale agenda cartacea. Sono queste le indicazioni che giungono alla vigilia dell’anno scolastico, con la maggior parte delle lezioni che riprenderanno tra il 10 ed il 17 settembre.
Cominciamo con il più volte annunciato registro elettronico. Che seppure quest’anno non sarà obbligatorio, dovrebbe cominciare a prendere piede: il Miur, infatti, in linea con tutte le altre PA, ha caldamente invitato a procedere col processo di dematerializzazione, per il quale sono stati messi a disposizione nel dicembre 2012 circa 40 milioni di euro (una media di 111,15 euro a classe). Come ha precisato il sottosegretario Toccafondi il 7 agosto scorso, rispondendo a un’interrogazione parlamentare della senatrice Elena Ferrara, il decreto legge 95/2012 prevede una serie di misure, a partire dall’anno scolastico 2012-2013, senza tuttavia stabilire in termini perentori la loro messa a regime.
In effetti, a settembre 2012 il ministero dell’Istruzione aveva annunciato un piano ambizioso: “segreterie scolastiche libere dalla carta. Un computer in ogni classe di medie e superiori”, dichiarando che “grazie a un finanziamento complessivo di 24 milioni di euro, da quest’anno tutte le 34.558 classi delle scuole medie e le 62.600 delle scuole superiori potranno contare su un computer da utilizzare nelle lezioni quotidiane”. L’impegnativo progetto però non ha avuto piena applicazione: quei fondi non potevano infatti essere sufficienti per informatizzare gli oltre 8mila istituti italiani.
Che il pc non sia arrivato in ogni classe lo dimostra, ad esempio, la recente vicenda del Mamiami di Roma, costretto a elemosinare computer dai privati. Ma anche le tante storie raccontate dagli insegnanti, che in alcune scuole, si sono arrangiati trascrivendo le assenze su un quaderno in classe e successivamente facendo la fila per inserirle nei pochi pc disponibili nell’aula computer. In compenso, l’altra novità annunciata a inizio anno dal Miur, ovvero l’avvento delle iscrizioni online, è stata invece messa in atto tutto sommato senza grossi intoppi. Ma in questo caso, per le famiglie era possibile collegarsi telematicamente anche da casa.
Intanto, alcune indagini a campione hanno appurato che quasi il 10% degli alunni usa, al posto dell’agenda cartacea, le app del telefonino. La tendenza è stata confermata nei giorni scorsi dal portale specializzato Skuola.net, che ha intervistato circa un migliaio di studenti. La palma dei più tecnologici va agli studenti 18enni: nei professionali la percentuale di utilizzatori supera di poco l’11%. Un gradino più sotto troviamo gli studenti dei tecnici seguiti da quelli del liceo. Alle medie solo uno sparuto gruppo di nerd ha adottato le app come diario virtuale: circa il 2% del totale in un mare di diari tradizionali.
“Alle medie il diario continua a essere un importante strumento di comunicazione scuola-famiglia, quindi è quasi un must averlo per scrivere avvisi e farli vedere firmati dai professori – commenta Daniele Grassucci, responsabile di Skuola.net – e inoltre diventa uno strumento dove raccogliere dediche dei compagni, contrassegnare ricordi e pensieri in un periodo di passaggio come quello dell’adolescenza. Quando si cresce, cominciano a venire meno entrambe le funzioni, quindi è normale che gli studenti si indirizzino verso strumenti più pratici sia in termini di portabilità che di costo”.
Alessandro Giuliani

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