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Ingegneri? Ricercatissimi, soprattutto se lavorano con i Big Data e Risk Management

Ingegneri sempre più ricercati nel mondo del lavoro soprattutto se lavorano applicando metodologie di Big Data. È diventato ormai impensabile, infatti, pensare, progettare, realizzare grandi opere infrastrutturali che cambiano la nostra vita, il nostro modo di muoverci, il nostro modo di lavorare senza applicare la nuova metodologia BIM (Building Information Modeling).

La piattaforma che applica le teorie Big Data, permette di valutare in maniera preventiva ad esempio quanto può costare un’opera, come riuscire a realizzarla immaginando anche possibili varianti in corso, la possibilità di incrociare i dati con altri progetti per comprendere e quindi prevedere come evolverà il ciclo di vita di un opera che sia un edificio, un ponte, una scuola, una tratta ferroviaria.

Gli ingegneri rimangono, in ogni caso, tra le categorie di professionisti maggiormente ricercati nel mondo del lavoro, ma rispetto a qualche anno fa devono avere anche competenze multidisciplinari. Viene richiesto, in particolare, un profilo tecnico dotato di competenze trasversali che consenta di operare in un contesto multidisciplinare e complesso. L’ultima rilevazione, preparata dal Centro studi del Cni in collaborazione con Anpal, nel 2017 afferma che il profilo di gran lunga più richiesto sul mercato oggi è quello di analista e progettista di software: una specializzazione per la quale, c’è una quota elevatissima di contratti a tempo indeterminato (circa tre ogni quattro). Molta domanda c’è anche per progettisti e amministratori di sistemi, ingegneri energetici, ingegneri elettronici e delle Telecomunicazioni..

Oggi le aziende che si occupano delle grandi opera ricercano, inoltre, anche ingegneri informatici, meccanici ed energetici non a caso. Purtroppo sono pochi i laureati (fonte Corriere della Sera ) in settori diversi da quello delle costruzioni che scelgono di lavorare in questo ambito, con grandi difficoltà di recruiting per le aziende che hanno necessità di queste professioni.

Un forte disallineamento tra domanda e offerta denunciata anche da Confindustria: all’ingegnere classico servono oggi competenze in materia di Risk Management , controllo di gestione e compliance per esempio, ma anche la formazione specifica sulla sicurezza del lavoro , necessaria per la gestione e il coordinamento dei cantieri.

Le principali Università di conseguenza, si stanno muovendo in questa direzione allargando l’offerta formativa a temi come Data Finance, Data Science ma anche Mobility Engineering e prevenzione del cyber risk. competenze sempre meno legate a filoni classici e sempre più trasversali alle diverse materie scientifiche. Cercando così di intercettare le richieste che arrivano dalle aziende.

L’università Federico II di Napoli ha avviato in questo anno accademico nuova laurea magistrale in Data Finance; un progetto che riguarda non solo la facoltà di Ingegneria, ma anche architettura e matematica.

In generale, si tratta di un’offerta pensata per laureati in discipline scientifiche e si presta ad essere anche una seconda laurea magistrale.

Su un percorso simile (fonte “Il Sole 24 ore”) si sta muovendo il Politecnico di Torino. Nell’area di ingegneria, architettura e design sarà attivato il nuovo corso triennale in tecnologie per l’industria manifatturiera, finalizzato alla formazione di una figura professionale multidisciplinare, da inserire rapidamente nel mondo del lavoro. Per quanto riguarda il secondo livello, la novità è il corso magistrale in Data science and engineering.

Al Politecnico di Milano sono state attivate la nuova laurea magistrale in cyber Risk Strategy e quella in mobility engineering in grado di produrre specialisti della mobilità a 360°.

Essere “solo ingegneri” non basta più. Manager e analisti del futuro nascono dal matrimonio tra umanisti e tecnologi, in grado non solo di dare risposte immediate, ma anche di saper fare le domande giuste al momento giusto. Di questo ha bisogno il mercato del lavoro.

Dino Galuppi

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