Sembrerebbero infondate le ansie di chi guarda con diffidenza al dilagare del fenomeno degli sms tra i giovanissimi.
Ansia legata al fatto che – a detta di alcuni docenti e pedagogisti inglesi – il particolare linguaggio dei messaggini fatto di abbreviazioni, sigle e codici vari, favorirebbe l’insorgere di forme di "analfabetismo" ortografico e morfosintattico. Una recente ricerca svolta dal dipartimento di scienza della comunicazione della City University di Londra rassicura giovani e meno giovani che hanno fatto delle parole usate negli sms, un vero e proprio sistema linguistico con struttura e regole proprie. I ricercatori londinesi hanno condotto per un certo periodo di tempo uno studio comparativo mettendo a confronto due gruppi di giovani tra gli undici e i dodici anni, l’uno aduso alla comunicazione scritta via telefonino, l’altro no. Ebbene, dai test linguistici ai quali sono stati sottoposti è risultato che la percentuale di errori ortografici e grammaticali è omogenea nei due gruppi e che non ci sono differenze significative quanto alle competenze generali afferenti alla comunicazione scritta. Secondo i ricercatori, i ragazzi non hanno alcun problema a cambiare registro in tempo reale: così come i figli di immigrati parlano e scrivono in inglese a scuola e nella loro lingua madre a casa, allo stesso modo hanno sviluppato la capacità di scrivere interi testi "criptati" negli sms e in inglese standard a scuola. A proposito, provate a decifrare questo messaggino pubblicato dal Guardian: It’s gr8 news 4 skools!
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