La qualità e la quantità del sonno è importante per gli studenti, in quanto soggetti in fase di sviluppo e impegnati nello studio e nella concentrazione. Nove stati Usa hanno aderito ad un’iniziativa che ha l’obiettivo di aumentare le ore che gli adolescenti impiegano a dormire.
Come? Posticipando l’ingresso a scuola, che in alcuni casi è slittato fino alle 9.45. Lo riportano vari media tra cui SkyTg24. Secondo gli psicologi statunitensi si tratta di qualcosa che può avere vari benefici e ricadute positive anche nel contrasto alla depressione e a varie forme di fragilità psicologica.
Psicologi e assistenti sociali sono convinti che la mancanza di sonno contribuisce ad acuire questi disturbi e insistono sul fatto che l’ingresso la mattina presto debba slittare di almeno un’ora. “Questi problemi sono frequenti ma con l’assenza di sonno diventano molto più seri”, dichiara Orfeu Buxton, direttore del Sleep, Health & Society Collaboratory della Penn State University.
Abbiamo discusso di questo tema varie volte, sia in occasione della Giornata mondiale del sonno con la nostra diretta di Educazione Civica, sia intervistando lo psicologo Luigi De Gennaro, che qualche anno fa ha fatto una sperimentazione simile in una scuola di Brindisi, in collaborazione con il dirigente della scuola Salvatore Giuliano.
“Abbiamo deciso di agire sulle ore di sonno mattutine, dal momento che non è facile intervenire sulle abitudini serali degli adolescenti, così da garantire più ore di sonno posticipando l’ingresso scolastico. La nascita di questo movimento ha visto molte esperienze nel mondo. Alcuni anni fa ci fu l’incontro con Giuliano per provare a fare un’esperienza del genere in Italia, al Majorana di Brindisi: qui abbiamo diviso le classi in standard e posticipate. Non solo, a queste ultime, abbiamo dato un’ora in più di sonno ma abbiamo anche monitorato il rendimento scolastico”.
“Primo risultato: ogni mese abbiamo valutato il livello di attenzione e vigilanza dei ragazzi. Abbiamo trovato che fosse innalzata nel gruppo dei “posticipati”. Ma non è che i ragazzi ne hanno approfittato andando un’ora più tardi a letto? Effettivamente rilevammo che mediamente in tutto l’anno il posticipo di un’ora corrispondeva al netto a 40-45 minuti in più di sonno. Andammo a verificare i risultati scolastici: il livello di incremento della prestazione scolastica era più elevato negli studenti che hanno partecipato all’esperimento durante l’anno.
“Una cosa non verificabile con analisi empiriche: secondo il parere dei docenti, avendo partecipato studenti difficili, loro hanno avuto la percezione che questo tipo di esperimento abbia favorito la diminuzione dell’abbandono scolastico. Quindi sarebbe una doppia spinta favorevole”, questo il suo racconto dell’esperienza rilasciato ai nostri microfoni, che ha messo in luce i benefici di iniziative del genere.
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