Così la dichiarazione di Ingroia: “Condivido l’appello lanciato da docenti, studenti, associazioni e comitati del mondo della scuola contro il decreto Invalsi. L’iter del decreto va fermato e faremo quello che è nelle nostre possibilità per farlo. Nella scuola occorre una svolta, una vera rivoluzione civile, che metta fine alle politiche sciagurate degli ultimi anni, continuate con pervicacia dal ministro Profumo e dal governo Monti.
Occorre innanzitutto impedire danni ulteriori a quelli già compiuti. È incredibile che a una settimana dal voto, a Camere sciolte, si tenti di imporre, con veri e propri colpi di mano, magari sperando nella disattenzione prodotta dalla campagna elettorale, un decreto che rischia di pregiudicare il futuro su un tema decisivo per la scuola come quello dei metodi di valutazione e approfittare per approvare le ennesime nomine spartitorie e partitocratiche”.
“Le modalità della valutazione sono state e sono oggetto di una grande discussione, di moltissime critiche e perplessità. Il rischio è che, invece di dotarci di sistemi di valutazione del nostro sistema per intervenire sui punti deboli, si voglia usare la valutazione come una clava per continuare a tagliare e per imporre agli insegnanti modalità e contenuti della formazione. In sostanza, si vogliono insegnanti che insegnino a superare i test e non a diventare cittadini liberi e maturi, cancellando libertà di insegnamento, specificità culturali, necessità del superamento delle disuguaglianze”.
Centemero afferma che “Il Popolo della Libertà vuole una scuola moderna e meritocratica, in cui ci sia una seria valutazione e la valorizzazione dei docenti più preparati. Per questo, una volta al governo, intendiamo rimettere ordine nel pasticcio fatto dal ministro Profumo e dalla sinistra con i Tfa speciali, tornando invece a puntare su percorsi ordinari e ordinati. Al contempo, agiremo su una pluralità di altri fronti per migliorare la qualità dell’offerta formativa, favorendo la libertà delle famiglie di scegliere il percorso educativo che ritengono più giusto per i propri figli. Per questo, abbiamo individuato nel buono scuola, già sperimentato con successo in regione Lombardia, un aiuto concreto da estendere in tutto il Paese”.
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