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Inidonei, un punto a favore

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Ancora un altro punto a favore dei circa 3.500 docenti inidonei e Itp degli ex enti locali: il 25 luglio, una delegazione dei lavoratori della scuola partecipanti al sit-in organizzato nella stessa giornata in piazza Montecitorio da Cobas e Cesp, formata da docenti inidonei, precari amministrativi e tecnici e insegnanti tecnico-pratici, è stata ricevuta dalla Presidenza della Camera, rappresentata dal portavoce Roberto Natale e dal consigliere politico Carlo Leoni. All’incontro hanno preso parte anche i deputati Coscia (PD), Melilla (SeL) e Vacca (M5S).
La delegazione ha esposto le sue istanze riguardo ai disegni di legge in discussione per l’abrogazione dell’art. 14, commi 13, 14 e 15 della Legge 135/12. Si tratta delle norme che impongono il transito forzato dei docenti cosiddetti "inidonei" (cioè gli insegnanti che a seguito spesso di gravi patologie sono utilizzati nelle biblioteche e nei laboratori didattici o come supporto per l’offerta formativa) e degli insegnanti tecnico-pratici delle classi di concorso C555 e C999 e sui posti del personale amministrativo e tecnico.
“Si scatena così – ha sostenuto la delegazione – un inarrestabile effetto domino tra categorie di lavoratori, perché la conseguenza di questo spostamento è che il personale precario tecnico e amministrativo perderebbe il posto di lavoro, e che gli inidonei andrebbero a fare un’attività per la quale non hanno alcuna competenza specifica”. Per questo la delegazione ha chiesto alle forze politiche di intervenire presso il Miur.
I rappresentanti della Presidente sono stati informati dai deputati presenti sulla risoluzione unitaria attualmente all’esame delle Commissioni della Camera, che mira a congelare il passaggio forzato dei docenti "inidonei" nei ruoli amministrativi. Il portavoce e il consigliere politico hanno espresso la grande attenzione della Presidente della Camera per la vicenda e l’auspicio che essa possa trovare a breve una soluzione rispettosa dei diritti dei lavoratori. Al riguardo sarà seguito con grande scrupolo anche l’iter del provvedimento, attualmente in discussione al Senato, in vista che giunga proprio sui banchi della Camera. Resta da capire se, nel frattempo, le commissioni di competenza provvederanno a trovare i soldi per coprire un’eventuale soppressione del provvedimento: occorrono circa 100 milioni l’anno sino al 2017.