Inizia il confronto Ministro-sindacati sul decreto 112
Inizia male, anzi malissimo, il confronto fra sindacati e Ministro sulla applicazione delle nuove disposizioni contenute nel decreto legge 112 ormai approvato dal Parlamento. La prima riunione si è svolta il 6 agosto e prelude ad una serie di incontri che impegneranno le parti per tutto il mese di settembre.
Cisl-Scuola non risparmia paragoni pesanti: “Al Ministro dell’Economia vogliamo ricordare che Attila non è sicuramente un modello di strategia da seguire se si vuole puntare ad uno sviluppo sia civile che economico del Paese”.
“I tagli che verranno dall’applicazione del decreto – argomenta il segretario nazionale Francesco Scrima – non sono razionalizzazioni, sono dismissioni del sistema pubblico di istruzione che comporterà, tra l’altro, la scomparsa della scuola in tanti piccoli comuni.Un conto è razionalizzare, un conto destrutturare: razionalizzare è utilizzare al meglio le risorse e dare qualità al sistema, destrutturare è abbattere e lasciare macerie”.
Altrettanto esplicite sono le dichiarazioni di Enrico Panini, segretario nazionale di Cgil-Flc: “La FLC parteciperà a tutti gli incontri che il Ministro intenderà promuovere ma dichiariamo fin da ora che noi assumeremo una posizione di opposizione e contrasto ad una manovra che non solo non condividiamo ma che consideriamo di una gravità fino ad ora sconosciuta”.
La Gilda degli Insegnanti sottolinea che “i pesantissimi tagli previsti si tradurranno in un abbassamento dei livelli dell’istruzione pubblica: con un ulteriore affollamento delle classi, già sufficientemente in crisi per la fatiscenza delle strutture, la razionalizzazione della rete e la chiusura delle scuole, la diminuzione delle ore di lezione”.
E conclude: “Se a settembre non si troveranno gli spazi per una gestione credibile della manovra finanziaria che cerchi di limitare al minimo i danni le prospettive dello scontro diventano molto concrete”.
Per Massimo Di Menna (Uil Scuola) si è trattato di “una riunione proficua, infatti a partire dai primissimi giorni di settembre è stato fissato un serrato calendario di incontri per l’intero mese, nei quali ci sarà un confronto di merito partendo da una reale fotografia dell’esistente, per individuare misure che puntino sulla innovazione e sulla di qualità del sistema”.
L’impressione che si ricava leggendo i comunicati sindacali è che la condivisione sulla manovra prevista dal decreto legge è pressoché nulla, ma che esiste anche la piena consapevolezza che una contrapposizione netta non servirebbe a molto, dato che ormai la legge è stata approvata dal Parlamento.
Difficile prevedere quale potrà essere d’ora innanzi la strategia delle organizzazioni sindacali che potrebbero vedere progressivamente ridotti i propri “spazi di manovra” se il Governo dovessi continuare ad approvare disposizioni dichiarandole non modificabili dai contratti nazionali, così come previsto per le norme contenute del decreto 112.